ALBERTO MIRALLI
Arte contemporanea a Viterbo
Introduzione Deviazioni sull’arte Alberto, giovane uomo ha nella sua borsa da lavoro: un cercafase, cavi, cacciaviti, interruttori e deviatori. Entra nelle case ma si tiene sempre un po’ discosto, osserva gli arredi, quadri, scaffali di libri, tappeti. Ha un doppio sguardo sospeso tra il suo lavoro e quello che lo circonda. In un istante di sosta possiamo immaginarlo nel centro neutro di questa oscillazione. Il cambio di passo ha bisogno di conoscenza, riflessione e forse anche un atteggiamento zen nel determinare le attività a cui era destinato. Inizia la sua formazione, fatta di ricerca, elaborazione e soprattutto di protezione e auto assegnazione nel luogo privilegiato che è quello dell’arte. Proprio nella sua borsa ha le chiavi dello scenario della sua vita. Interruzione e deviazione. Prendono forma le sue passioni, arredi antiquari, cinema, ceramica medievale, epigrafi, letture Dantesche. Le sue agende sono un susseguirsi di simboli, rimandi, nominazioni e allusioni, ritagli di rappresentazioni, cedimenti logici. Possiede strumenti sofisticati, intelligenza visiva ed emotiva. La prima per la riedificazione delle immagini raccolte dalle opere, dai frammenti, dai canovacci, dai dettagli e dai panneggi delle forme e colori. La seconda per mettersi in relazione con la vita e le opere degli artisti che lo accompagneranno nella sua vita, senza mai cercare risposte, ma solo ascolto. Le assicurazioni alla propria esistenza e conoscenza vengono segnate dal recupero, dal calore e dalle visioni dell’immaginario. Qui e ora, nel suo passo d’addio, non possiamo che pensarlo nel regno dei mistici, con il compito infinito di perpetuarne la seduzione. Gianmaria Ponzi
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