Né così sottomesse, né così silenziose
Nora Habed*
Sembra quasi una provocazione il dire che le donne in Nicaragua fanno parte del mondo invisibile che a poco a poco compare per cambiare il destino di un paese.
In Nicaragua, come nel resto dell'America Latina, le donne ci sono, se non altro perché sono la maggioranza, solo che la cultura patriarcale le fa appartenere al mondo dell'invisibilità, ma in modo contraddittorio.
Nel paese prevale il governo a maggioranza maschile, con mentalità maschilista. Ma ci sono anche le donne, sia quelle che continuano a riprodurre la cultura del dominio e del potere, sia quelle che con coraggio, oggi come ieri, continuano, nonostante tutto, a lottare per una società dell'uguaglianza e della parità.
Perciò non basta essere donna per realizzare il progetto delle donne, che sono, per natura, a favore della pace, della condivisione, della giustizia.
Il cuore di donna è una conquista condivisa sia dagli uomini che dalle donne sensibili nel creare un mondo diverso, uniti da una visione cosmica della vita che non ha frontiere né colore di pelle o di status.
Ha per questo un significato universale che crea rapporti tra tutti e tutte in qualsiasi parte del mondo in cui abitiamo.
Il quotidiano appartiene alla donna ed è soprattutto nel vivere di ogni giorno che nasce la consapevolezza della necessità di organizzarsi, di rivendicare i diritti, non solo quelli propri, ma quelli di tutto un popolo.
La donna nicaraguense lavora come la formica, instancabile e testarda nel continuare a ricostruire un cammino che porta alla base dei frutti condivisi.
Attualmente nel paese, una donna su tre è stata vittima di violenza sessuale o fisica almeno una volta nella sua vita, e le violenze sessuali continuano ad essere la causa principale delle gravidanze nelle adolescenti.
Il Movimento Autonomo delle Donne stima che le gravidanze precoci sono aumentate del 40%.
Ci sono numerosi casi di adolescenti, di 13-14 anni, in gravidanza.
Ogni dieci parti, quattro corrispondono a minorenni; per questo è aumentato il tasso di mortalità materna.
In Nicaragua, sono le donne, le prime, a pagare per le politiche approvate dal governo.
Ed è per questo, inevitabilmente, che le proteste inizino proprio a partire da lì: dalle donne.
Oggi, come ieri, si torna alle piazze per dare voce al silenzio del dolore e della sofferenza di chi ne è stato privato del più elementare dei diritti: il rispetto alla propria dignità.
Il Nicaragua si è sempre caratterizzato per la sua generosità e la sua creatività.
Il paese è pieno di artisti, di scrittori e di poeti che hanno cantato e descritto la rivoluzione.
Ora sono di nuovo loro, insieme alle donne e al mondo invisibile dei senza parola, che alzano la voce perché si possa convivere in un clima di giustizia, di pace e di speranza.
Questo libro riporta queste testimonianze, sia delle donne in Nicaragua, sia della solidarietà internazionale fatta con cuore di donna.
*Nora Habed, psicologa nicaraguense, tra gli anni 1980 e 1990 ha ricoperto l'incarico di Console, Primo Segretario, all'Ambasciata del Nicaragua presso la Santa Sede.
Attualmente è impegnata in progetti di solidarietà internazionale, soprattutto nel campo dell'educazione marginale).