Presentazione
Emanuele Rallo (Sindaco di Oriolo Romano)
Nel corso degli ultimi anni, anche e soprattutto grazie al lavoro fortissimo e appassionato delle recenti Direttrici del Museo di Palazzo Altieri, la Dottoressa Federica Zalabra prima e la Dottoressa Valeria di Giuseppe di Paolo oggi, il Palazzo simbolo della nostra comunità, il Palazzo Santacroce – Altieri, ha continuato a riservarci sorprese su sorprese, che stanno incredibilmente arricchendo il patrimonio culturale a disposizione di tutti noi.
Mi piace sempre raccontare ai visitatori che a volte ho l’onore di accompagnare per il Museo, che, nonostante siano ormai innumerevoli le occasioni in cui ho potuto intrattenermi, ogni volta che rientro le visite precedenti e i confronti con storici e professionisti del settore mi lasciano sempre un dettaglio ulteriore, uno sguardo più ampio, una riflessione magari fino a quel momento solo accennata che si dispiega con maggiore compiutezza.
Sono io il primo che mi rendo conto che non è Palazzo a essere più ricco, è il mio modo di vedere il Museo che nel corso del tempo è stato profondamente arricchito e reso più maturo e profondo da numerosi doni che la nostra comunità ha ricevuto e continua a ricevere. E questo modo di vedere, questa capacità di non fermarsi al racconto immediato della storia del Palazzo a cui tutti noi siamo un po’ abituati, sempre più sta diventando patrimonio del popolo oriolese, che stimolato da continui contributi ha e sta sviluppando un’affezione nuova per il Museo, un orgoglio rimasto magari un po’ in ombra che ora invece ha recuperato la giusta dignità.
A permetterci di sviluppare questo sguardo nuovo, come dicevo, è il lavoro continuo di moltissime persone. Questa volta, a farci immergere nel tessuto decorativo della stupenda Sala di Giuseppe, tessuto ricchissimo di rimandi favolistici e biblici, e a svelarci i rimandi inscritti nella volta della Sala, sono due nostre concittadine di valore, da sempre appassionate a Oriolo, l’Architetto Patrizia di Filippo e la Dottoressa Silvia Sarli.
Con gratitudine, le seguiamo dentro Palazzo e ci immergiamo nella Sala di Giuseppe. |