Davide Ghaleb Editore

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Questo terzo numero di “Archeologia e Storia a Nepi” raccoglie i testi di conferenze e studi che interessano un arco temporale molto ampio, ma che sono incentrati in particolare sull’età preromana e romana. A differenza dei precedenti volumi, si è voluto spaziare proponendo tematiche che comprendono un’ampia area territoriale. Come di consueto, una particolare attenzione è riservata a studi che hanno per oggetto Nepi ed il suo territorio.
Il volume si apre  con il resoconto di un’importantissima e controversa scoperta, quella del Fanum Voltumnae, il santuario federale della lega etrusca, individuato a poca distanza dall’odierna cittadina di Orvieto. Senza voler entrare nel merito della diatriba sull’identificazione del Fanum che ancora coinvolge una parte degli studiosi di etruscologia, è ormai fuori dubbio che le indagini effettuate in loc. Campo della Fiera stiano portando alla luce un complesso archeologico di estrema importanza, la cui conoscenza merita la più ampia diffusione.  
Anche nell’Agro Falisco le ricerche sono proseguite in questi ultimi anni con il conseguimento di interessanti risultati. In questa sede vengono presentati gli esiti delle ultime campagne di scavo effettuate dal GAR fra il 2011 e il 2012 lungo il tratto della Via Amerina, denominato   “Cavo degli Zucchi”, dove è stato scoperto uno dei tratti meglio conservati dell’antica strada romana insieme ad alcune sepolture facenti parte della necropoli meridionale di Falerii Novi.   
Importanti dati sono emersi dalla rilettura dei materiali recuperati a seguito degli scavi compiuti alla fine degli anni ’90 del secolo scorso dalla Soprintendenza Archeologica all’interno dell’area urbana di Falerii Veteres, che hanno consentito di individuare la presenza di un nuovo santuario ed in particolare di un’area riservata alla celebrazione di culti di natura ctonia.
Per quanto concerne Nepi, due studi meritano di essere sottolineati per il contributo che stanno portando alla conoscenza dell’archeologia e della storia dell’antica cittadina. Il primo propone i risultati delle campagne di survey effettuate fra il 1999 e il 2000 nell’ambito del Nepi Project, relativamente alle indagini sulle presenze di età arcaica nel territorio. Durante il survey fu raccolta, infatti, una consistente quantità di frammenti ceramici di varie epoche la cui progressiva analisi sta fornendo elementi indicativi per la definizione di un quadro diacronico circa lo sviluppo dell’antico abitato e dell’area circostante. Questa ricerca è legata ad una lunga tradizione di studi del territorio promossa, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, dalla British School at Rome e che è proseguita sino ad oggi attraverso il Tiber Valley Project.
Il secondo illustra le ricerche che hanno permesso l’individuazione di una importante scultura raffigurante Augusto che era stata rubata nei primi anni ’70 del secolo scorso e che, grazie alla collaborazione tra le autorità belghe e italiane, ed in particolare fra i Musées royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, la Soprintendenza Archeologica ed il Comune di Nepi, ha potuto ritornare in breve tempo al suo luogo d’origine ed essere esposta all’interno del nostro Museo.  Nello stesso articolo è presente l’analisi di un altro raro ritratto raffigurante, ipoteticamente, Gaio Cesare. La provenienza delle due sculture, unitamente a quella di altri documenti, apre nuove suggestive  prospettive sulla diffusione del culto di Augusto nell’antica Nepet.
Degno di grande interesse è anche lo studio effettuato sul cantiere della cripta del Duomo di Nepi, che per la prima volta va ad affrontare, nel suo complesso, le problematiche relative al riutilizzo, alla produzione e alla messa in opera degli elementi che caratterizzano il suo apparato strutturale e decorativo.
L’opera è completata da ricerche di carattere vario, non meno valide e meritevoli di attenzione, che trattano l’evoluzione delle pratiche funerarie e cultuali nel territorio falisco alla fine dell’età arcaica, lo studio del percorso dell’antica via Cassia e quello di una delle più affascinanti figure dell’etruscologia ottocentesca, George Dennis. 
Un sentito ringraziamento va a tutti gli studiosi che hanno contribuito con i loro scritti alla realizzazione di questo volume e a chi ha fatto sì che potesse andare in stampa, vale a dire l’amministrazione comunale di Nepi, in particolare nelle figure del Sindaco Pietro Soldatelli e dall’Assessore Sara Biancalana, la Banca di Credito Cooperativo di Formello e Trevignano Romano con il Presidente Gino Polidori e il Signor Gabriele Roschini, affezionato sostenitore.

 

                                                                                                        Stefano Francocci
                                                                                         Direttore del Museo Civico di Nepi