Introduzione
L’agricoltura è la principale impresa nella storia dell’umanità. Anche oggi il genere umano dipende dai prodotti dell’agricoltura e la società urbanizzata e industrializzata esiste grazie ai prodotti degli agricoltori.
L’agricoltura fornisce la base della sussistenza per la popolazione attraverso la produzione di alimenti e materie prime. Tradizionalmente, gli abitanti di ogni Paese o regione dipendevano dal cestino del pane prodotto dagli agricoltori, cioè tutti dipendevano dall’agricoltura ed erano interessati al suo destino. In tempi recenti, il commercio regionale e internazionale ha ridotto la dipendenza dall’agricoltura nazionale e, soprattutto nei Paesi industrializzati, la quantità di cibo disponibile è sempre meno una funzione del raccolto ma sempre più dipende della decisione politica sulla quantità di importazioni di alimenti.
Nel contesto dei problemi contemporanei di oggi relativi al degrado ambientale, ai cambiamenti climatici globali, all’instabilità economica e alle turbolenze politiche, ciò che è più importante è il lavoro relativo alla sicurezza alimentare sostenibile e ai mezzi di sussistenza. È urgente risolvere le attuali crisi del mondo anche rivendicando il nostro patrimonio agricolo trascurato o dimenticato in molte parti del mondo per una nuova era di sviluppo sostenibile.
In un fondamentale articolo del 2009 il professore M. S. Swaminathan sottolinea che:
“Il bicentenario della vita e del lavoro di Charles Darwin ci ricorda che la grande biodiversità sulla terra è alla base della selezione naturale, dell’allevamento selettivo e della biotecnologia necessaria per fornire all’umanità cibo, fibre, foraggi e carburanti. In particolare, la biodiversità consente lo sviluppo di varietà vegetali con nuove caratteristiche genetiche, che saranno necessarie per far fronte alle sfide derivanti dai cambiamenti climatici, dall’aumento del livello del mare e la frequenza di siccità e inondazioni, tutte dovute come conseguenza dell’attività dell’uomo. La perdita di ogni gene e specie limita quindi le nostre opzioni per il futuro.”
Poiché l’agricoltura è il principale utilizzatore di risorse naturali e dell’ambiente, essa ha il maggiore impatto sugli ecosistemi e sui loro servizi e fornisce la maggior parte dell’occupazione e dei mezzi di sussistenza nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo Dato che il 70% dell’insicurezza alimentare mondiale vive in zone rurali, la sicurezza alimentare e l’alimentazione non possono essere affrontate senza prima affrontare le questioni relative all’agricoltura sostenibile e allo sviluppo rurale.
Anche se mettiamo da parte la questione se l’agricoltura moderna abbia fatto più danni che benefici, resta il fatto che mentre ci avviciniamo al 2050, il sistema agricolo industriale che domina il mondo oggi non può risolvere le immense sfide del mondo. Queste riguardano l’aumento rapido della popolazione, l’urbanizzazione, in particolare nei Paesi meno sviluppati, il cambiamento delle abitudini alimentari con un aumento del consumo di carne che richiede 10 volte più acqua per chilogrammo di prodotto, rispetto a cereali, verdura e frutta. L’umanità ha bisogno di aumentare la produzione alimentare del 60 percento a livello globale e del 100 percento nei Paesi in via di sviluppo, per provvedere alle esigenze dietetiche del pianeta (FAO, 2015a).
Risulta chiaro che non si possono fare progressi per ridurre la povertà e la fame nelle aree rurali senza un forte e sano impegno politico e investimenti adeguati per un’agricoltura e uno sviluppo rurale veramente sostenibili.
L’agricoltura tradizionale e familiare è ricca di biodiversità, di conoscenze locali, ed è un patrimonio culturale e di valori estetici dei paesaggi agroecologici grazie anche al contributo fondamentale che svolgono gli agricoltori familiari, i piccoli proprietari e le comunità locali. È possibile che la conservazione di questi sistemi inestimabili possa essere la chiave importante per il futuro dell’agricoltura; contribuendo ai nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) approvati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015.
Gli autori sperano che questa pubblicazione potrà contribuire a sensibilizzare e accrescere la comprensione dell’agricoltura tradizionale come un tesoro dell’umanità per le generazioni presenti e future.