L'ALBERO DELLE DAME DANZANTI
di Monica Angela Baiona
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Postfazione
di Elisa Fiumarola (psicologa-psicoterapeuta)

Quando ci troviamo a leggere o raccontare una storia ad un bambino, spesso non siamo consapevoli che stiamo iniziando con lui un viaggio. Si scoprono tramite la lettura panorami nuovi a volte ben diversi dai contenuti manifesti della lettura.
Man mano che andiamo avanti nella lettura ci rendiamo conto poi che è importante leggere con una velocità e con un ritmo adeguato al bambino che abbiamo di fronte. Tempi e ritmi necessari perché possa formare dentro di sé immagini, ovvero il suo modo personalissimo di “illustrare” il racconto: di dare un volto ai personaggi, un colore agli ambienti, suoni alle azioni.
Senza intoppi e senza distrazioni, senza vincoli legati alle richieste di un mondo reale, il bambino e l'adulto possono vivere quella esperienza vicini, collegati e ancorati dall'esperienza diretta del leggere insieme, unici conduttori del viaggio che hanno intrapreso.
Durante la lettura possono emergere espressioni di gradimento e piacere intenso, come anche ansie, paure e incomprensioni da parte del bambino, desideri di fermare e rileggere, desideri di smettere o saltare: sono come finestre che, avvicinate e aperte (se è dato accesso) con rispetto e leggerezza, consentono all'adulto che legge di avvicinarsi al mondo del bambino. Divengono una possibilità di accompagnare il bambino nell'esplorazione e nel capire cosa comunica quel racconto al bambino, e cosa il bambino comunica di quel racconto, senza forzarlo o sostituirsi a lui.
Per un bambino “Le dame danzanti” presenta temi che, oltre a stimolare la fantasia, accendono interrogativi e fanno immaginare scenari di vita: il processo di trasformazione del corpo, la crescita come sviluppo, il cambiamento e l'accettazione di come si cambia (adulti e bambini) nel corso del tempo.
Crescere significa acquisire forma e corporatura nuove, esperire movimenti nuovi di cui scoprire il significato e lo scopo. Le ragazze, all'inizio del racconto, scuotono i rami-capelli; un comportamento all'inizio spontaneo, che si compie quasi casualmente, senza riconoscerne in profondità il valore di “segnale”. Tuttavia chi vive intorno comprende il significato dei nuovi gesti, colori e profumi e ne parla (“si sente sussurrare”) perché ne intuisce e riconosce la novità.
Il cammino di scoperta del proprio modo di comunicare le emozioni, se stessi è lungo e va affinato: come raggiungere ed interessare gli altri a se stessi? come avvicinarli? La crescita è non solo un aumento di misure ma anche una prorompente diversità di atteggiamenti e sensazioni e organizzazione del pensiero, di colori che si “provano” addosso e di odori che, nuovi, promanano dalla ragazza che diventa una giovane donna (“sono i tesori dell'albero delle dame danzanti”). Nascono nuove emozioni: come riconoscerle e padroneggiarle?
Crescere è fare cose nuove, sperimentare interessi nuovi, magari allontanarsi da dove si era per andare verso nuovi orizzonti. Parte un cammino personale di acquisizione e di accettazione consapevole: riconoscere cosa mi piace e cosa non mi piace, sapere quali sono i propri doni ed esserne felici, riuscire ad apprezzarli fino ad avere il coraggio di donarli ad altri (“donarli all'aria, loro madre”) ed a diffonderli nel “vento dell'estate”.
Accettare come siamo fatti nel corpo, lungo o corto, sinuoso o appallottolato, leggiadro o sgraziato, all'inizio richiede prenderne possesso, scoprire come cambia il baricentro e l'equilibrio, impadronirsi della nuova forma. È sperimentare, conoscere, sentire il corpo e dove nel corpo quella emozione si forma: parole importanti per la crescita personale che non sempre hanno “suono” buono per le orecchie dell'adulto perché sconosciute o dimenticate.
Ogni tappa del cambiamento richiede di perdere qualcosa, ed durante un autunno ventoso e freddo la trasformazione richiede di far cadere a terra vecchi modi fare, interessi, attività in cui non ci si riconosce più: il vento “strappa le foglie” e “le fa danzare in un giro tondo frenetico fino a quando cadono stremate, formando un lucente tappeto dorato”. Il corpo rimane apparentemente spogliato e fermo nella stasi invernale mentre tuttavia si prepara al cambiamento, trepidante nell'attesa speranzosa e nel timore della novità.
Dopo la neve le dame si aprono alle novità e offrono spazio agli uccelli ed alla primavera; il sole riaccende il loro sguardo e loro ri-iniziano una nuova stagione in cui nuove cose stanno per accadere.