LA BANCA DEL RACCONTO
Terza edizione

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   Associazione Culturale Percorsi (Circolo ARCI)                   
e Banda del Racconto

in collaborazione con
Officina Culturale della Tuscia

con il contributo di
               Regione Lazio Assessorato Cultura Arte e Sport                       

e Provincia di Viterbo, Assessorato Cultura

con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali di: Tuscania, Vejano, Vetralla

 

LA BANCA DEL RACCONTO
Terza edizione

La restituzione dei Racconti sul Territorio
dal 12 al 18 dicembre 2010

a Tuscania Vetralla Vejano

 

*Domenica 12 Dicembre ore 17.00
Museo della Città e del Territorio, Via di Porta Marchetta 2, Vetralla

*Venerdì 17 Dicembre ore 17.00
Centro Anziani, Via Marconi 2, Tuscania

*Sabato 18 Dicembre ore 17.00
Centro Anziani, Via della Repubblica snc, Vejano

Ingresso libero. Alla fine degli incontri verrà offerta una merenda conviviale

Info ASSOCIAZIONE PERCORSI (Circolo ARCI)
Cell. 393.9211339  o  393.9097166   Tel/Fax  0761.329478
e-mail  culturavt@arci.it        http://arciviterbo.blogspot.com/

LA BANCA DEL RACCONTO SOSTIENE LA GIORNATA NAZIONALE DELLA RETE ITALIANA DI CULTURA POPOLARE

 

LA BANCA DEL RACCONTO
La restituzione dei Racconti sul Territorio dal 12 al 18 dicembre 2010

La Banca del Racconto è un progetto ideato e curato da Alfonso Prota e Antonello Ricci, in collaborazione con Manuela Cannone, con il contributo dell’Associazione Culturale Percorsi (Circolo ARCI) ed in collaborazione con la Soc. Coop S.T.A.F. ar.l. di Viterbo. 
Il progetto, attivo dal 2008, ha visto la collaborazione del Prof. Marcello Arduini (docente di Antropologia Culturale dell’Università degli Studi della Tuscia), del Dott. Marco D’Aureli (Direttore dei Musei della Terra di Latera e del Brigantaggio di Cellere), di Stefano Frateiacci (grafico e impaginatore delle pubblicazioni realizzate), della casa editrice Ghaleb Editore e del gruppo teatrale Banca del Racconto (www.bandadelracconto.it) per la fase di “resituzione”.
Per l’annualità 2010, grazie alla collaborazione e la partecipazione finanziaria della Provincia di Viterbo, Assessorato alla Cultura, ed in collaborazione con l’Officina Culturale della Tuscia diretta da Marco Schiavoni e con la Regione Lazio Assessorato alla Cultura Arte e Sport, con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali di Tuscania, Vejano e Vetralla, il progetto si concentra su tre comunità dell’Alto Lazio (Tuscania, Vetralla, Vejano). La selezione dei narratori locali, avvenuta nella prima fase di “dialogo”, è stata determinata dalla qualità del rapporto instaurato con le agenzie culturali e con le amministrazioni locali.

Tenuto conto della storia dei territori, si “indagherà” sui seguenti temi:
a Tuscania, sulle memorie del terremoto del 1971;
a Vejano, sui ricordi dei bombardamenti;
a Vetralla, sui racconti dello sfollamento
La “raccolta” è iniziata a settembre e si concluderà con la “restituzione” pubblica nei tre comuni interessati nel mese di dicembre 2010.

Comunità, paesaggi, storie della Tuscia. Racconti come patrimoni identitari da valorizzare per un armonico sviluppo culturale ed economico del nostro territorio

STORIA DEL PROGETTO
La prima edizione della Banca del Racconto, tenutasi nel 2008, si è concentrata sugli itinerari farnesani (Farnese, Cellere e Latera).
Sono stati individuati tre personaggi locali con i quali è stato realizzato il processo di ascolto-dialogo-restituzione. Sono state realizzate tre giornate in cui gli operatori del progetto hanno presentato pubblicamente il personaggio in questione, hanno dialogato con lui in contesti fortemente evocativi per il contenuto dei racconti trattati nell’incontro (Capanna del pastore a Cellere, Museo della Terra a Latera, Centro Anziani a Farnese). L’edizione del 2008 è stata sostenuta dall’Assessorato alla Cultura, Turismo e Sport della Provincia di Viterbo e della Regione Lazio.
Il progetto ha inoltre ottenuto i seguenti patrocini istituzionali: Comune di Farnese, Comune di Cellere, Comune di Latera, Museo del Brigantaggio–Cellere, Museo della Terra–Latera, Riserva Naturale Selva del Lamone.
La seconda Edizione della Banca del Racconto si è svolta nei Comuni di Corchiano, Caprarola e Viterbo attraverso la collaborazione con il comune di Corchiano, le compagnie teatrali “Peppino Liuzzi” e “Quelli del Martedì”, l'Ex Centro Sociale Valle Faul: il risultato della seconda Edizione è dato da due copioni teatrali redatti dalle interviste con le Compagnie Teatrali di Caprarola; vari eventi pubblici e due libri (Allora ero giovani pure io – Travagliata e poetica vita di Alfio Pannega, e Compagnia Teatro Popolare Peppino Liuzzi – intervista su tradizione, continuità e trasformazione) editi da Davide Ghleb Editorenella nuova collana la Banda del Racconto ideata appositamente per il progetto Banca del Racconto. È in lavorazione il terzo libro per il Comune di Corchiano.

FINALITÀ
La Banca del Racconto è un progetto volto a mappare varietà e ricchezza dei paesaggi identitari più caratteristici della Tuscia attraverso il riconoscimento e la valorizzazione creativa dei suoi più significativi focolari narrativi.
Raccogliere e restituire memorie, archiviare racconti del territorio per ricostruire un patrimonio collettivo di esperienze, storie, territori.

La Tuscia: identità comunitarie e patrimoni narrativi per un armonico sviluppo culturale, sociale ed economico

La Tuscia, per varietà e ricchezza di paesaggi, è territorio di per sé refrattario a sforzi di definizione unitaria e univoca: gli Etruschi, il Medioevo, il pittoresco storico-naturale, la dominante agraria, solo per dirne alcuni.
Ma troppe icone, a ben guardare, nessuna icona. Col rischio che proprio in quest’epoca di accelerazioni globalizzanti i fondamenti identitari possano indebolirsi, impoverendosene la qualità stessa della vita nelle comunità locali.
D’altro canto, proprio tale perdurante deficit di riconoscibilità culturale dall’esterno (anche in senso mediatico e turistico) può indurre sulla lunga durata effetti negativi per le comunità locali sotto il profilo socio-culturale ed economico.
Particolarmente alla vigilia di trasformazioni territoriali cariche di potenzialità ma anche di pericoli come quelle annunciate dalla realizzazione dell’aeroporto di Viterbo, città capoluogo.

 

La “Banca del Racconto” e le comunità protagoniste:
tre fasi per una valorizzazione attiva dei patrimoni narrativi della Tuscia
Il progetto “Banca del Racconto” (da qui in poi: BdR) lavora sulle identità del nostro territorio e dei suoi paesaggi a partire dai suoi patrimoni narrativi.
Secondo lo spirito del pedagogista giapponese Tsunesaburo Makiguchi, gli operatori della BdR lavorano per “creare valore” nei luoghi d’intervento: l’obiettivo è restituire alle comunità interessate i patrimoni narrativi raccolti con l’interesse di un buon tasso di sociabilità dei saperi.
Il paesaggio non esiste senza sguardi che lo pensino. Un paesaggio è crocevia di visioni e ricordi, sentimenti e risentimenti, fantasie, esperienze, agnizioni. Racconti, soprattutto.
Storie e memorie del genius loci, cronache e tradizioni che una comunità narra di sé. A se stessa.
Ma anche le testimonianze di chi quei luoghi ha percorso di passaggio, come straniero, lasciandone una traccia creativa: città dipinte in affresco, set cinematografici, appunti sparsi, relazioni di viaggio, poesie, diari, “quinte” di romanzo.
È forse proprio al crocevia di questi due punti di vista (quello interno, delle comunità e quello esterno, dei viaggiatori) che un paesaggio sorge come identità. Storie e luoghi come patrimoni identitari.
Vediamo in che senso.
L’idea è semplice: attraverso una prima fase di dialogo con agenzie e soggetti di mediazione culturale attivi nelle comunità dove la BdR intende aprire un proprio sportello (musei e biblioteche, scuole e centri per anziani, associazioni culturali e di promozione delle tradizioni e dell’immagine turistica locale), gli operatori identificano uno o più “focolari” narrativi di rilievo rispetto all’identità comunitaria.
Può trattarsi di singoli individui di spicco o di piccoli gruppi; di ambienti domestici o di lavoro; di luoghi reali, anche monumentali, o semplicemente legati all’immaginario paesano; di realtà pertinenti al singolo campanile o trasversali a più comunità vicine e affini.
Particolare attenzione gli operatori della BdR pongono nella scelta di luoghi e narrazioni che possano contribuire a creare/ricreare e potenziare il dialogo tra generazioni diverse. Perché la BdR concepisce il passato come enzima creativo da rivolgere al presente e al futuro delle comunità: le tradizioni, insomma, interessano la BdR nel senso propriamente etimologico della parola, in quanto veicoli di trasmissione valoriale.

Nella seconda fase gli operatori della BdR si pongono in ascolto: si tratta di raccogliere racconti con l’ausilio di adeguata tecnologia video-audio e nel rispetto degli elementari della ricerca sul campo così come definiti dall’antropologia culturale e dalle altre scienze sociali.
D’altro canto però gli operatori della BdR raccontano a loro volta: essi infatti sottopongono all’attenzione dei narratori locali altre storie riguardanti le loro comunità (cronache, storie, leggende locali, resoconti di viaggiatori ecc.) e ne discutono insieme.
In una terza fase i racconti raccolti vengono trasformati (quello di “trasformazione” è un altro concetto-chiave della pedagogia di Makiguchi).
In questa direzione operatori della BdR e narratori locali contrattano e definiscono le forme di una restituzione narrativa alle comunità: potrà trattarsi di un video, di un libro, di conferenze o lezioni-spettacolo, di spettacolo tout court, di una mostra, di passeggiate-racconto o di vere e proprie visite guidate.
Non ha senso definire a priori le forme della restituzione: esse dipenderanno da particolarità e qualità intrinseche dei racconti raccolti; dalle caratteristiche umane, psicologiche e culturali dei narratori coinvolti nell’esperimento; dall’intensità del loro coinvolgimento nel dialogo instaurato con gli operatori della BdR.
La peculiarità del progetto BdR è che i narratori partecipano da protagonisti, sotto la regia degli operatori-tutor, anche alle fasi di progettazione e di concreta realizzazione della restituzione alle comunità.

Nelle fasi della raccolta e della trasformazione la “creazione di valore” si manifesta nella qualità e nella continuità del feedback umano e culturale tra operatori della BdR, narratori e comunità locali.
Nella fase della restituzione, invece, la “creazione di valore” si manifesta a due diversi livelli. Da una parte, la restituzione in quanto evento pubblico incoraggia processi di ridefinizione identitaria nelle comunità. Dall’altra, l’evento stesso può trasformarsi nel tempo in consuetudine, appuntamento, tradizione instauratasi ex-novo e quindi in vera e propria icona identitaria in nuce per le comunità: riconoscibile dall’esterno, successivamente perfezionabile e spendibile come risorsa/offerta in direzione di un turismo sostenibile.
Si realizzeranno pertanto degli eventi pubblici da individuare all’interno delle Comunità.

 

LA BANCA DEL RACCONTO
SOSTIENE LA GIORNATA NAZIONALE
DELLA RETE ITALIANA DI CULTURA POPOLARE

Dato l’alto valore del progetto, legato alla Cultura Popolare, la manifestazione è stata inserita all’interno della Giornata Nazionale della Cultura Popolare che cade il 13 dicembre 2010, per il quarto anno consecutivo. 
Lunedì 13 dicembre migliaia di luci in tutta Italia si accenderanno, proprio nel giorno di Santa Lucia, la martire che pur priva di occhi  possiede il dono della vista e lo concede anche a chi non è in grado di vedere.
La Rete Italiana di Cultura Popolare vuole far splendere simbolicamente e simultaneamente la luce di una Cultura quotidiana, la vera ossatura dei nostri territori, che oggi più che mai ha bisogno di essere valorizzata e trasmessa alle nuove generazioni.
Associazioni, artisti, scuole, musei, enti locali, biblioteche e singoli cittadini, tutta la cultura che lavora a sistema, in rete, che costituisce  il motore, anche economico, delle comunità locali, hanno deciso di attivarsi all’interno del proprio territorio.
La Rete Italiana di Cultura Popolare svolge contemporaneamente attività di studio e ricerca - attraverso un Comitato Scientifico - e di progettazione e programmazione di azioni mirate alla individuazione, tutela e valorizzazione, nel solco della modernità, delle tradizioni e delle diverse espressioni di socialità culturale.
L’ obiettivo è quello di individuare, valorizzare  e creare le azioni per veicolare quei saperi che vengono spesso trasmessi solo oralmente e che ogni giorno rischiano di sparire per sempre. Per fare con metodo questo lavoro si è realizzato un sistema di “territori in rete”.
Ci preme sottolineare come a tale organismo stiano aderendo anche migliaia di singoli cittadini ed associazioni che - riconoscendo, mettendo a sistema e trasmettendo “il locale” - leggono la possibilità di partecipare alla politica culturale e sociale del nostro paese, laddove la cultura viene vista come fatto antropologico e quotidiano.
www.reteitalianaculturapopolare.org