TERESA BLASI PESCIOTTI
Alla radice dei giorni (poesia)
Il profumo delle carrube (prosa)

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Davide Ghaleb Editore presenta

Teresa Blasi Pesciotti
in
Alla radice dei giorni
(poesia)
Il profumo delle carrube
(prosa)

Venerdì 13 giugno 2014 ore 17.30
Incubatore Icult Bic Lazio
Via Faul, 20-22
Viterbo

ne parleranno:

Gabriella Sica
Antonello Ricci
Gabriella Norcia
Teresa Blasi Pesciotti

Letture a cura del Fanalino di Coda

introdurrà: Giulio Curti

In collaborazione con
Regione Lazio - Bic Lazio

SCHEDA LIBRO (poesia)

SCHEDA LIBRO (prosa)

 

Viterbo. Venerdì 13 giugno, alle ore 17.30, Presso Icult Bic Lazio in via Faul 20, Gabriella Sica, Gabriella Norcia e Antonello Ricci presentano due nuovi libri di Teresa Blasi Pesciotti: la raccolta di versi poetici Alla radice dei giorni e le schegge di memoria in prosa de Il profumo delle carrube.
Letture di brani dai due preziosi volumetti, entrambi editi per i tipi di Davide Ghaleb, sono a cura del Fanalino di coda.
Conduce Giulio Curti.

DALLA PREFAZIONE DI ANTONELLO RICCI a “IL PROFUMO DELLE CARRUBE”: Se i mossi quadri della sua vita finissero un giorno immortalati dal pennello di un pittore di murales latino-americani, il titolo sarebbe certo La Pasionaria. Perché il demone più alto di Teresa Blasi è stato senz’altro (ed è ancora oggi: ancora oggi) la politica. Lo so, non si chiede l’età a una Signora. Ma, lasciatemelo dire, non c’è battaglia negli ultimi sessant’anni di questa nostra bella e amara terra, che non abbia visto Teresa in prima fila, “suffragetta” infaticabile, schierata sempre dalla parte giusta: per la crescita culturale del territorio, nelle più importanti questioni civiche o in quelle di più vasto respiro ideale e civile. Non sarà un caso se i compagni che lottarono fianco a fianco con lei, i suoi con-sorti a vario titolo, si affacciano tutti dalle pagine di questo agile volume: Felice Carlo Achille. Chi pudicamente rievocato per solo appello nominale; chi umoristicamente ritratto in azione nel corso di divertenti e brancaleonesche campagne elettorali (quelle di una volta); chi rievocato per gli infiniti frammenti di una quotidiana condivisione di affinità elettive.
Eppure, al di là delle apparenze e delle intenzioni, questo che il lettore stringe in mano non è un libro di politica. Tutt’altro. Perché si sa: invecchiando impazzendo. E a un certo punto della sua intensa vita (tutta comunque spesa in letture intense e raffinate), più forte della pulsione ideologica e testimoniale, Teresa ha sentito l’urgenza dello scrivere. Di un certo scrivere. Scrivere per salvare: inseguendo una purezza di forme che possa redimere le cose dall’oblio del trascorso e consegnarle a futuri sensi. Proustianamente: scrivere in cerca di un Tempo Ritrovato. Primi vennero un paio di volumi in versi, asciutti e composti quanto eleganti e sentenziosi. Poi, ineludibile, la prosa del ricordo. Credetemi, non c’è viatico migliore a quest’operina di racconti e bozzetti (sì, lo so lo so, c’è anche –e non a caso– qualche “strisciata” in versi), non c’è viatico migliore –dicevo– del frammento di Maria Corti piazzato da Teresa a esergo di tutto: i ricordi sono come uova nel nido, scaldati dalla memoria a un certo punto esplodono. Invocano la pagina.