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UNNI SÌ
di Loredana Di Stefano

Introduzione

Non avevi paura di nulla, se non del vuoto che lascia un amore e della solitudine di un affetto negato.
Il pensiero di morire non ti aveva mai sfiorata e se parlavi della morte, lo facevi solo attraverso la scrittura, nei diari e nelle tue poesie. A volte poteva toccare il tuo stato d’animo, ma era enfatizzato, come votato a redimere i momenti di assoluta mestizia.
Non questa volta però, perché la malattia non ti avrebbe uccisa, non ci sarebbe riuscita. Eri sicura di vincere la tua battaglia, convinta che il giorno della fenice sarebbe arrivato e saresti risorta dalle ceneri in cui si era frantumata la tua vita, era l’unico obiettivo al quale miravi. Non avresti potuto accettare l’idea di uscirne sconfitta, proprio adesso che avevi trovato la forza per riassestare la tua vita fatta a pezzi da un amore ormai finito da tempo, da un lavoro che non avevi ottenuto e da tutti coloro che non ti avevano apprezzata.
In quel letto d’ospedale hai avuto molto tempo per ripercorrere, con la memoria, gli anni che il tempo aveva voracemente divorato, scomparsi talmente in fretta da non riuscire a capire come, uscendo dal portone della scuola, ti fossi ritrovata con le amiche attorno ad un tavolino di un bar in centro, a parlare della menopausa. Il tempo, lesto e inafferrabile, aveva fatto di te una donna, una mamma.
Si sono susseguite tante stagioni, ma nessuna che ci vedesse l’una lontana dall’altra.
Giorni, mesi, anni passati insieme hanno segnato le nostre esistenze, poi, un giorno come tanti, in una calda e umida mattina d’estate, te ne sei andata via per sempre