Prefazione
Francesco Mancuso
È la prima biografia che mi capita di scrivere, verrà pubblicata con Davide Ghaleb, editore prezioso di Vetralla, con lui ho già edito le storie di una cittadina e di due paesi: Bracciano, Canale Monterano e Oriolo Romano, poi è arrivata quella di Manziana con Sara Carucci, una ragazza «locale» che si sta cimentando nel mestiere, Modus operandi la sua sfida letteraria, tutte con il partenariato dei relativi Comuni, dieci e più interviste a disegnare il profilo di quei paesi, un viaggio spredico che mi ha aiutato a vivere questi anni della mia vecchiaia attiva, brevi incontri, due, tre ore, ricostruendo trame, sogni, parabole, sconfitte di persone che hanno accettato di rendere pubbliche le loro memorie, con me, lo Scrittore di Storie, a vivere con loro quelle emozioni… con Bruna è stato diverso, non un incontro ma tanti incontri legati dal rapporto speciale che ha con suo figlio Maurizio, è lui che ha voluto questo libro, dice che la Storia di Bruna merita di essere conosciuta, io l’ho vissuta incontrando, insieme a Lei, il Pantheon di amiche, di cugine, di nipoti che non le fanno mai mancare il loro affetto, poi è arrivata Filomena, la figlia di Bruna, esplosiva, e altri personaggi che l’hanno accompagnata in questo viaggio che mai avrebbe immaginato di vivere, raccontare di sé per renderlo pubblico. Il Lettore, la Lettrice che vorranno leggere questa biografia potranno constatare che lo Scrittore non disdegna di dire la sua, parlando quindi anche di sé e su quanto gli sta capitando, vedete! La memoria è una pasta mai ferma, lievita continuamente, propone strani giuochi di crescita, una volta gonfia troppo, altre troppo poco, è materia vivente, a volte solida, altre immaginifica, se qualcuno cerca la Verità nelle Storie delle persone insegue un’illusione, i ricordi si presentano a noi inseguendo piste misteriose, a volte il ricordo si colora talmente che chi lo ha vissuto insieme alla Protagonista non lo riconosce e diventa vano il giuoco di sapere chi dice il Vero, quando le Parole descrivono fatti, colorati o no che siano, diventano realtà, almeno per chi li vive… molti mi chiamano Griot, quel narratore mattacchione che in Africa va di villaggio in villaggio a raccontare storie di Re, di leoni impazziti, d’ippopotami gelosi, di ragni con trentadue gambe, come i trovatori, i menestrelli, i poeti di tempi andati, come Francesco, zio di Bruna, poeta a braccio di queste terre etrusche, come il racconto del serpente che succhiava latte alla madre rubandolo al figlio che mi ha fatto Bruna in un pomeriggio estivo, un po’ ci credeva, un po’ no, ma questo è il bello del vivere, sognare misteri è un toccasana di lunga vita. Mi chiedo ancora cosa sia diventata Bruna per me, un’amica, una confidente, un’esperienza spradomica, non vi spaventate per parole che non troverete nei vocabolari, le invento quando quelle conosciute non mi soddisfano, al Lettore, alla Lettrice tradurle nel suo linguaggio, un esercizio di stile che può ritardare l’invecchiamento dei neuroni, un’altra viandante alla ricerca del senso perduto della Vita, un’occasione per celebrare le mie conbristole tuboniche? Non lo so e non me lo chiedo più di tanto, ho incontrato una persona speciale, capelli e sorriso candido che di più non si può, con Lei cerco di estrarre i suoi pensieri «segreti», quelli che uno tiene nell’anima e che difficilmente condivide con altri, ho sentito, nel tempo, crescere la complicità tra noi e questo mi ha dato la forza e il coraggio per andare avanti anche in momenti difficili come quello che Lei, e un po’ anch’io, ha attraversato quando ha lasciato la sua casa ed è andata a vivere nella Casa del Tempo a Oriolo… quando racconto questa esperienza ad amici e amiche con cui condivido le profondità del vivere mi chiedono spesso se è una Vita Particolare, sorrido sempre quando le persone mi fanno questa domanda, ogni Vita è particolare, sia quella dei Re che dei palafrenieri senza i quali il Re non potrebbe fare il Re, ogni Vita è Particolare, bisogna solo saper ascoltare, esercizio desueto in questi tempi di velocità mediatiche, chissà che riacquistando lentezza, ascolto, capacità di stupirsi quando l’altro si confida, non si possa migliorare le nostre vite, ai posteri l’ardua sentenza, intanto coccolatevi con la Storia di Bruna, mascionara, canalese, cittadina del Mondo.
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