Questo libro contiene una rielaborazione dell’intervento da me presentato il 1 luglio 2005 alla giornata di studi “Ordine e trasgressione” all’Istituto Svizzero di Roma e pubblicato nel volume a cura d Marco Vencato, Andreas Willi e Sacha Zala, Ordine e trasgressione. Un’ipotesi di interpretazione tra storia e cultura, Viella, Roma 2008. Rileggendo dopo dieci anni un testo con alcuni passaggi ruvidi, ho ritenuto opportuno estrarlo dal contesto miscellaneo degli atti, rivederlo accuratamente e farvi qualche aggiunta per pubblicarlo nuovamente, rendendolo così accessibile agli studiosi delle teorie di architettura. Durante la preparazione della tesi di dottorato su Ravenna medievale, ricevetti tramite l’Associazione Storia della Città l’invito a proporre un abstract per partecipare alla giornata di studi: presentai la constatazione, conseguente alla lettura in latino del De Architectura, dell’assenza dell’ordine architettonico nel testo di Vitruvio, un argomento che mi sembrava compatibile con il tema della giornata. Dopo l’accettazione dell’abstract, affrontai l’analisi del testo vitruviano e delle diverse traduzioni, alla ricerca delle discontinuità di senso. La presentazione fu apprezzata e la domanda rivoltami dai curatori «che ruolo ha avuto il tuo relatore di dottorato, Enrico Guidoni, in questa ricerca?» mi colse completamente impreparato. In realtà non aveva avuto alcun ruolo, se non quello di ascoltare pazientemente e progressivamente i risultati che stavo ottenendo, mostrando ogni volta, con la domanda «novità?», un incoraggiante e sincero apprezzamento, senza però dare indicazioni metodologiche o bibliografiche: insomma nessun suggerimento, di nessun tipo. Solo oggi comprendo che il suo silenzio era in realtà un prezioso insegnamento di assoluta libertà. |