Introduzione di Elisabetta Ferracci

Dietro l'apparente monotonia dei gesti quotidiani si nascondono storie e culture secolari che, più dei grandi eventi raccontati dalla storia ufficiale, caratterizzano l'identità di un territorio e della sua popolazione. E' partendo da questo assunto che la casa editrice Davide Ghaleb, l'Associazione DivaCassia onlus. e l'Associazione Vetralla Città d'Arte hanno concepito un complesso progetto, ancora tutto in divenire, dal titolo “...all'opre femminili intenta...”, di cui il presente volume rappresenta solo un episodio, che si è finora concretizzato in due eventi svoltisi nel 2008 e nel 2009 in occasione della Giornata Internazionale della Donna, dedicati rispettivamente all'arte del merletto e del ricamo ed all'arte della lavorazione della canapa nel territorio vetrallese.

Si tratta di un progetto il cui motivo ispiratore è tutto rappresentato nel verso leopardiano che le fa da titolo: la riscoperta e la valorizzazione di quelle arti tipicamente femminili che, nei secoli, hanno segnato la vita quotidiana delle donne e ne hanno spesso costituito un elemento fondamentale per il sostentamento familiare.
In particolare l'arte della lavorazione della canapa ci riporta ad un mondo contadino ormai scomparso ed a prodotti artigianali piuttosto semplici nella fattura, ma di fondamentale importanza in tutte le fasi della vita quotidiana, dai “pannoni” per il pane alle funi, ai grossi sacchi per il grano e le sementi fino alla biancheria da cucina, immancabile nel corredo delle giovani spose. E ci riporta ad un paesaggio rurale fatto di grandi campi o anche di piccoli orti a ridosso del centro abitato disseminati di grandi vasche per la macerazione e brulicanti di gente operosa intenta a trasformare quelle semplici piante in preziosi filati.

Il volume, che presenta in apertura un saggio storico di Alfio Cortonesi, ripropone fedelmente le immagini e gli oggetti che sono stati esposti nella mostra del 2009, ed in particolare i testi dei pannelli esplicativi che si propongono di offrire una lettura antropologica del fenomeno analizzato, utilizzando a tal fine lo strumento della tradizione orale riferita da Domenico Birelli (in corsivo nel testo), da Piero Di Carlo che, in una lunga conversazione con i curatori, ha ricordato la vita quotidiana che si svolgeva lungo la via dei Pilari ed il duro lavoro dei contadini vetrallesi, e da una serie di interviste raccolte tra gli anziani del paese.

A chiusura del volume un piccolo glossario ci guida alla conoscenza dell'aspetto dialettale.
L'intero progetto, che prevede ulteriori momenti di riscoperta degli antichi mestieri (il 2010 sarà dedicato allo studio della lavorazione del tabacco) si pone quindi come un mezzo utile all'esplorazione dell'immenso patrimonio culturale lasciatoci da un mondo contadino tutto da valorizzare, ma anche come viatico di un percorso formativo volto a far acquisire al pubblico le adeguate conoscenze per un'analisi critica del nostro retroterra culturale, oltre ad essere una sorta di viaggio virtuale nella memoria, per conservare i pochi frammenti rimasti di una cultura ormai scomparsa.