Appendere... ad arte
HOME COLLANE EVENTI PRODUZIONI MUSEO
LIBRI ON-LINE FILMATI NOVITÀ CONTATTI

Nota introduttiva di Valentina Ierrobino

La poesia e l'arte nascono prima ancora della letteratura e della parola scritta come espressione di un'interiorità nascosta e inviolata, moti dell'animo che attraverso la forma dell'arte, intesa come libera espressione creativa, mettono in comunicazione il nostro inconscio, il nostro io con il mondo esterno.
Il primo esempio di connubio tra poesia ed arte in Italia si ha nel Medioevo, quando il fare pittorico, la scultura e il segno grafico divengono strumento di comunicazione e diffusione del credo religioso, ma il rapporto tra parola e immagine, tra poesia e arte, razionale e artistico si ha nel primo ventennio del XX secolo, quando Duchamp e Magritte danno vita a La révolution Surréaliste (1929), e quando uno dei principali esponenti del movimento artistico, Joan Mirò, dice espressamente di non fare “nessuna differenza tra pittura e poesia. Mi capita spesso di illustrare le mie tele con frasi poetiche e viceversa” perché sia l'arte sia la poesia liberano l'individuo e la società dalla repressione della ragione per restituire l'individuo all'autenticità degli istinti, alla capacità di vivere in comunione mitico- magica col mondo (G.C. Argan, L'Arte moderna 1770-1970, 1970). L'arte e la poesia da libere espressioni dell'animo, vengono concretizzate dal genio creativo dell'artista, portavoce e innovatore della storia e della contemporaneità, in opere la cui fruizione diviene universale.
L'approccio alle arti, “l'accostamento di ogni arte con ogni altra arte, di ogni mezzo di comunicazione con ogni mezzo di comunicazione, facendo attenzione ai comportamenti, ai congegni, ai rituali, ai segni della società in cui arti e media si trovano ad operare” (J. Dewey, Arte come esperienza, 1951) prende vita nella seconda metà del Novecento con i movimenti artistici che preannunciano alla Poesia visiva, sonora, concreta, di cui i maggiori esponenti italiani sono il Gruppo 63 e 70, Balestrini, Spatola, Isgrò, fino ad arrivare alla Narrative-art di Jean Le Gac e James Collins. La sinestesia tra le arti si esprime attraverso “Immagini colorate suscitate da suoni, immagini sonore suscitate dai colori, immagini cromatiche suscitate dalle parole, o addirittura dalla lettere, e potremmo aggiungere immagini olfattorie, musicali, gustative…risvegliate per associazioni da brani letterari o da singole parole” (G. Dorfless, Divenire delle arti, 1959).
Non è forse questo, ciò che hanno realizzato gli artisti di Appendere…ad Arte?
Hanno dato vita alla parola scritta, alla forma melodica ed ermetica della poesia, hanno risvegliato gli animi, i ricordi, li hanno interpretati e plasmati in una nuova forma, evocativa, emozionante ed emozionata. Con pochi tocchi di materia, con argento e materie preziose, con istantanee o con soffi di sanguigna e terre colorate, hanno reso i versi dei poeti eterni e autentici.
La rappresentazione visiva che gli artisti hanno dato delle poesie ha reso questo volume un incontro conoscitivo e sensoriale, un approccio simultaneo all'arte nella sua forma espressiva scritta e visiva, per far sì che ogni lettore, ogni interprete delle opere artistiche possa essere raggiunto e si possa arricchire di un piccolo tassello di infinito.
La bravura degli artisti è stata duplice: da un lato essi hanno interpretato il testo poetico trasformandosi in attori e partecipando alla vita, ai ricordi, al mondo evocato dai poeti, e poi hanno saputo cogliere gli aspetti segreti, le sensazioni più nascoste e le hanno rivelate al mondo esterno. In ogni opera si coglie tuttavia, e con grande ammirazione, quello stile, quel particolare elemento grafico, quell'aspetto proprio e personale di ogni artista, il segno distintivo della propria arte e della pura e semplice creatività.