Vado via oltre il tempo - Maria Antonietta Pasqualetti
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Note introduttive

Cara zia,
mi dicesti che un giorno ti sarebbe piaciuto pubblicare un libro e se l’avresti fatto sarebbe avvenuto con il mio aiuto.
Eccolo qua! Ci siamo riusciti.
Hai realizzato il tuo sogno. Tu sapevi che non ti avrei dimenticato, che non avrei lasciato questi fogli in fondo a un cassetto.
La scrittura era, per te, una missione, era l’arma per combattere la tua malattia, che inesorabilmente, silenziosa, ti rubava giorno dopo giorno.
Cara zia, nell’assemblare questo libro c’è stata, costantemente, la tua presenza; la tua voce ha sussurrato ogni giorno, la stessa voce che in passato ha trasmesso al mio cuore amore e saggezza e mi ha insegnato ad amare gli altri.
Tu, zia, sei stata un faro, il faro che di notte, nel navigare, guidava la nave. E sei stata anche il vento, il vento che di giorno soffiava tra le vele spiegate.
Infine hai portato questa nave in porto.

Il tuo pensiero resta oltre il tempo,
un abbraccio nel buio,
carezza vellutata.
Sentirti nel buio, in punta di piedi,
entri nei miei sogni,
e trovarti in altri luoghi.
Viaggiare e scappare dal dolore,
scrivere la tua passione, il tuo sogno
era questo.
Scrivere per volare via
oltre il tempo.

Caterina Presciutti

Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per il libro di poesie di Maria Antonietta, ho avuto un immediato rifiuto psicologico, prima di tutto perché non ho la bella penna di Maria Antonietta e poi perché ritengo che le sue poesie non hanno bisogno di alcuna spiegazione. Però, mi sono detta che non tutti hanno avuto la fortuna di conoscerla come me (trenta anni di amicizia), la fortuna di poterle parlare, di poter condividere con lei i pensieri, le emozioni. Perché Antonietta era "una piccola grande donna", che ha sempre combattuto nonostante la sua malattia e tutte le avversità che questa le aveva creato. Nonostante tutto, andava avanti, forte e combattiva. Ogni volta accusava il colpo per un piccolo movimento in meno che poteva fare, proseguendo per la sua strada come se niente fosse e continuando ad essere gioiosa per quello che ancora riusciva a realizzare. Dal collare al bastone, dalla sedia a rotelle al letto, l'involversi inesorabile della malattia la portava comunque ad apprezzare quel poco che aveva, non dandosi mai per vinta e buttandosi sempre in qualche attività che la impegnasse e che l'aiutasse a non bloccarsi completamente. Tutto questo con gioia, con coraggio e con un'attenzione al futuro, anomala per una malattia come la sua. La sua grande voglia di vita l'ha portata a non scoraggiarsi mai, ad andare avanti nonostante tutto e ad aggrapparsi a quel poco che riusciva ad avere con le unghie e con i denti. La voglio ricordare per sempre così mentre dice qualche battuta spiritosa, mentre grida “Pista!!!” facendosi spazio in casa con la sedia a rotelle ed affermando sempre “La vita è bella...” nonostante tutto.

Lucia Marinelli