Davide Ghaleb Editore
Del Resto - Vincenzo Marro
Introduzione
di Davide Ghaleb, Enrico Guidoni, Anna Lana

"Del resto" di Vincenzo Marro inaugura la collana di poesia denominata “Istantanee”.
Cominciamo col dire che se questa iniziativa editoriale ha ragion d'essere è grazie all'opera di due figure cardine.
La prima Enrico Guidoni, direttore del "Museo della Città e del Territorio" di Vetralla che, analizzando scrupolosamente 450 anni di prosa e versi, pubblicava nel mese di maggio 2004 "Vetralla nella poesia", ove Vincenzo Marrò ebbe il suo esordio editoriale con ben otto poesie presenti.
Già dunque veniva prefigurandosi in maniera macroscopica l'interesse, stavolta minuzioso, certosino, in affondo dentro ogni singolo autore, che questa nostra ultima operazione editoriale nutre nei confronti della produzione poetica "nostrana";
la seconda, e non in ordine di importanza, Domenico Rainesi, per Vetralla inestimabile risorsa culturale, depositario quale è, di tanta della memoria storica della città;
in questa sede soprattutto intendiamo menzionarlo in veste di "maestro" intellettuale, "guida" umana e spirituale nonchè "scopritore artistico" di Vincenzo al quale egli si raffronta con deferenza, stima e affetto quasi "filiale". A l'uno e a l'altro Vincenzo dedica sentiti versi.
Veniamo alle tematiche che la penna fine del Marro di volta in volta tratteggia, quasi sempre legate a spaccati di vita scomparsa: mestieri antichi, personaggi caratteristici, profumi e sapori d'un tempo descritti talora con dovizia di particolari, altre volte appena accennati, quasi acquerellati a tinte tenui e delicate; delicate come i sentimenti che qua e là trapelano, rarefatte e baluginanti come le visioni, i desideri che vaghi, pian piano, si delineano.
Insomma... non possiamo non convenire con Domenico Rainesi: nel raccontarci, nel raccontarsi Vincenzo Marro "non fa mai chiasso".
Solo in un caso la sua voce risuona più forte nei timpani: ed è quando con forza inneggia alla tutela dell'ambiente e denunzia, senza remora alcuna lo scempio che talvolta contro la natura l'uomo mette in atto. (..."Mentr'oggi quest'aria inquinata più respirare non posso").
E chiudiamo questa pagina introduttiva all' "opera prima" del Marro con un efficace e poetico ritratto che di lui fa il Prof. Luciano Capriotti il quale del Marro, ancor prima dell'abilità poetica, conobbe quella non meno rara di forgiatore dei bastoni in legno.

...Ma chi sei Signor Illustrissimo Mangiafuoco? Da dove sei uscito? Come si chiama quel bambino che è in te? ...Sei un mago buono che vive nei boschi, nel tronco di un albero cavo? Tra quegli alberi che conosci per nome e accarezzi ad uno ad uno?... Ti sei forse costruito anche un burattino di legno che ti rallegra con i suoi salti e le sue moine?... Ti ha già fatto piangere? Ti sei venduto la casacca per mandarlo a scuola?... E le cattive compagnie te lo hanno portato o è diventato un bambino per bene?... Ti ha regalato la giacca d'oro e d'argento con i diamanti?... Ma soprattutto è diventato il bastone della tua vecchaia? Voglio sperare di si ed augurartelo con tutto il cuore, grande creatura storta ed elegante anima nobile di cavaliere generosa, come quel San Martino a Cavallo che ho visto stamattina in chiesa.

E tanto il legno quanto le parole sotto le mani nodose e possenti di Vincenzo prendono vita trascinandoci su di una grande giostra, policroma e luccicante, fluttuante e ballerina, di quelle che ancora trovi alle feste patronali e che fanno sorridere di tenerezza e scendere sugli occhi un velo lieve, lieve di malinconia.