Percorso in divenire

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Chi vive veramente non può
non essere cittadino e partigiano.
L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia.
-----------------------------------------------------Antonio Gramsci

È da qualche tempo che guardandomi indietro mi sembra di vedere più chiaro di quanto il mio sguardo proiettato avanti possa fare. Avanti trovo il buio, dietro, la luce. Fare teatro in questo buio deve essere estremamente poetico o estremamente politico.
Quando mi è stato chiesto di curare la regia della storia del partigiano Nello Marignoli, mi trovavo proprio in un momento in cui poesia e politica si confondevano e mostravano ai miei occhi, alle mie parole da non potermi lasciare indifferente.
Chi è un partigiano? Johnny, Ilaria, Giorgiana... Nello? Nello Marignoli.
Così più indietro, più lontano nel vissuto dei miei padri e nei miei libri di storia ho dovuto traslocare la mia visione di teatro e le parole non avevano bisogno di espedienti scenici, né di particolarità registiche. La parola narrata si è fatta poesia, storia, politica. Qualcuno mi ha detto se fosse teatro civile. Cerchiamo sempre di catalogare e incuneare anzichè dipanare e vedere chiaro, sciogliere e collocare adeguatamente i gesti, le emozioni, i fatti, così da ritrovarli e riferirli facilmente.
Ho lavorato allo spettacolo come spettatrice più che come regista assaporando quella ricerca della verità che spesso è impossibile portare avanti e che è come lo spettacolo stesso un percorso vivo e sempre in divenire.
Oggi posso dire che conosco un pezzettino di storia attraverso le peripezie, i dolori e le emozioni di un uomo, un bellissimo uomo, Nello Marignoli il Partigiano che come Jonny, Ilaria, Giorgiana, la storia l’ha attraversata lasciando un segno grande, vivo: la sua vita.