Gli autori di questo libro che tratta pane e pallone, noti al loro pubblico come Maritozzi, sono in realtà tre gaglioffi: un avvocato, al quale vi consiglio di rivolgervi come ultima speranza prima del suicidio; un professore, di quelli con cui vi scontrereste a colpi di cancellino imbolsito da etti di gesso; un giornalista, il sottoscritto, che ancora oggi s’interroga sull’esame di Stato che lo laureò tale, con le anime di Gianni Brera e Beppe Viola a chiedersi come sia stato possibile far cadere così nell’oblio il mestiere della scrittura.
Italia-Brasile e le altre sboccia da tre menti bacate decise a portare sul palco una storia conosciuta a menadito da intere generazioni d’italiani. Un reading consacrato alla sfida pallonara più amata dal popolo dei santi, dei navigatori e compagnia cantante. Trent’anni esatti dopo la disfida del Sarrià (Viterbo, 5 luglio 2012) quel loro racconto incanta perfino Paolo Rossi. Mormora dea Fama come nell’entusiasmo dell’applauso finale Pablito esclamasse: «Mille volte ho visto e sentito narrare la partita col Brasile, mai in maniera così geniale.»
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