Il respiro del dono - biografie e nota critica |
Vera Risi Alan Brison |
Nota critica di Romuldo Luzi Mi consentirete di ricordare, in particolare, la sua partecipazione al Gruppo Teatrale La Piazzetta come uno dei segni più tangibili di questa sua disponibilità, sia nella costruzione delle varie riuscitissime rappresentazione che hanno portato il nome del Gruppo e di Valentano in giro per tanti centri della nostra Provincia. Oggi di lei debbo parlare di un altro lato assolutamente sconosciuto fino a qualche tempo fa: della sua passione letteraria e che oggi si concretizza in un romanzo appena edito che l’ha impegnata per mesi e mesi e chi scrive sa quanto tempo sia necessario per concretizzare un “sogno” in cui si crede profondamente. Una sensazione oggi, un’ispirazione domani, un ricordo personale che ci sorge nella memoria e nei sentimenti, uno o più fatti storici che ci colpiscono, come gli splendidi paesaggi di questo nostro territorio pieni di un fascino antico e “misterioso”, spesso disseminato di ruderi, resti città, zone archeologiche, manieri, rocche e castelli, come pure di un modesto edificio che nasconde pagine di storia di dimensione almeno nazionale quando addirittura internazionale. La vicenda del romanzo, legata a due personaggi principali come Aleandro e Tosca, vive dell’eredità preziosa, arcaica e sapiente del vecchio “zio Paride” che, scomparso da poco tempo ma presente nella mente e negli affetti di Aleandro, riempie le pagine del romanzo di una persona preziosa e intrigante, con tutti i suoi segreti, le sue passioni, gli amori sconosciuti e lontani… Seguendo e rivivendo proprio le storie di Paride, Aleandro riscopre, a poco a poco, l’intero affresco del romanzo, dipinto con particolari preziosi, con luoghi misteriosi ma visibili ai nostri occhi, con presenze etrusche, medievali, templari, rinascimentali, fino all’epoca moderna e contemporanea: inseriti nella narrazione come tante perle che richiamano alla memoria i luoghi del cuore e della storia. Così si dipana, in maniera appassionante questo racconto che non intendo qui riassumere, tanto è complesso e affascinante e che coinvolge il lettore in un crescendo “ansioso” ove, riga dopo riga, pagina dopo pagina, tracciano un percorso fatto di colpi di scena e di sorprese fino al finale che, ovviamente non rivelo, ma che ci riconduce al “respiro di quel dono” che ci colpirà in maniera sorprendente, quasi a concludersi come un vero e proprio “giallo”. Non ho la presunzione di critico letterario, capace cioè di collegare l’opera di Vera a altri romanzi di scrittori più o meno noti, ma un paragone consentitemi di farlo con un autore che ammiro e che, in qualche modo, mi suggeriscono le vicende narrate. Forse qualcuno immagina il confronto che ora mi accingo a fare: con le opere di Andrea Camilleri. E dico questo perché, così come avvincenti sono i romanzi di questo prolifico autore, e non mi riferisco solo alle vicende del Commissario Montalbano, altrettanto appassionanti sono le pagine di questo libro che oggi possiamo avere tra le mani. Anche Camilleri, molto spesso, trae da avvenimenti storici la propria ispirazione e nel lieve narrare ci immerge in queste storie, lontane e sconosciute, facendocele rivivere con la ricchezza del suo paesaggio, del suo ambiente, delle tradizioni enogastronomiche, e del singolare tratteggio dei personaggi che non abbiamo conosciuto, naturalmente, ma che ricreiamo nella nostra immaginazione, nella magia del linguaggio letterario cui siamo attenti e sommersi. Grazie a Vera per questo suo dono di cui abbiamo apprezzato “respiro e vitalità” anche nel riuscire a presentare i mille motivi per cui quest’angolo di Tuscia merita tutta l’attenzione e un sicuro richiamo turistico. Molto di quanto affermato per Vera vale per l’altro amico Alan Brison, cui debbo unire la sua signora Patricia, cordialmente l’amica Pat. Anche lui, come un distinto “Lord inglese” è entrato in punta di piedi nel nostro paese… Si è proposto con semplicità e schiettezza, divenendo un altro caro concittadino cui stanno a cuore la storia e l’attualità di Valentano. |