Presentazione
Elisabetta De Minicis
La pubblicazione sui cicli pittorici di Palazzo Mariotti-Franciosoni, è il frutto del lavoro svolto dall’autore su uno dei monumenti meno conosciuti della città di Vetralla, un patrimonio da valorizzare, conservare e tutelare. È in questo senso che si vuole promuovere la decima pubblicazione della collana “Quaderni di Vetralla”, fondata da Enrico Guidoni, che si auspica possa estendersi ad altre realtà del nostro territorio; si va così componendo quel panorama storico-artistico cittadino che va preservato e tramandato, a testimonianza per le generazioni future.
Gli artisti cui si sono riferiti gli affreschi, talvolta di grande fama, sono stati suggeriti da analisi comparative e le ipotesi di datazione e attribuzione non sempre hanno portato a risultati definitivi: sul finire del XVI secolo, infatti, la presenza a Vetralla di tante personalità provenienti anche dai paesi d’oltralpe, non fa che confermare l’importanza e la ricchezza di questa porzione della Tuscia, fertile terra sulla Francigena.
Maestranze in transito o di passaggio, magari dirette al cantiere di Palazzo Farnese a Caprarola, e personalità di notevole originalità hanno lasciato nei nostri palazzi e nelle nostre chiese l’impronta di quell’evoluzione formale, iconografica e iconologica della pittura di fine secolo: un modus operandi di “maniera” che ne sottolinea sia l’aspetto religioso-spirituale, legato al cristianesimo, che quello magico-propiziatorio più pagano, nell’ottica di quella riscoperta dell’epoca classica che prende avvio nel primo rinascimento. Da sempre sensibile ad ogni iniziativa volta al bene di Vetralla, auspico che questa pubblicazione possa rappresentare un capitolo importante per la conoscenza del patrimonio artistico ancora sconosciuto di questo nostro territorio, ricco di beni culturali, dal valore inestimabile, che vanno studiati e conservati nella memoria culturale collettiva.
Nota introduttiva
Simone Lupattelli
ll lavoro di studio viene presentato dopo una prima pubblicazione su Palazzo Franciosoni a Vetralla nella quale gli autori, compreso il sottoscritto, ne hanno “anatomicamente” sezionato le parti: i membri della famiglia, la fabbrica dell’edificio, gli affreschi del piano nobile e l’incompiuto restauro del salone. Quest’opera ne intreccia i dati fornendo considerazioni inedite e aggiornate sui cicli pittorici presenti: le scene di caccia e le figure mitologiche nel salone principale, le muse di Esiodo nello studiolo e le vedute paesaggistiche che fanno da sfondo a racconti biblici e mitologici nella camera padronale. Estremo quindi è il contributo di questo ulteriore volume volto alla conoscenza, alla tutela, alla valorizzazione e alla salvaguardia di un importante monumento cittadino. Il contributo scientifico, supportato da un metodo di ricerca tradizionale, si affianca a quello più sperimentale e innovativo avviato da Enrico Guidoni che ci fornisce un’analisi alternativa, approfondita e dettagliata di tutti gli aspetti rilevabili nelle pitture.
I dipinti, databili tra la fine del XVI secolo e i primi anni del XVIII secolo, vengono catalogati in base alla tematica e analizzati da un punto di vista storico, formale, iconografico e iconologico. Le analisi sono state fondamentali per calare i dipinti nell’ambiente artistico dell’epoca permeato di apporti viterbesi, romani e forse anche veneti. Lo studio è interdisciplinare ed ha comportato la ricerca di documenti d’archivio, che si intrecciano alla storia della città, la consultazione di opere letterarie classiche, per arrivare al campo dell’astrologia e dell’alchimia.
Lo sfondo storico è quello delle grandi committenze tardo-rinascimentali nella Tuscia, avviate dal Cardinal Alessandro Farnese: primo fra tutti il cantiere per la costruzione e la decorazione di Palazzo Farnese a Caprarola. L’analisi comparativa con i cicli pittorici coevi, ha condotto la ricerca alla bottega degli Zuccari, con probabili apporti fiamminghi, alla cerchia del Tempesta e ai testimoni del Ligustri: tutto questo è un sentito omaggio al fermento artistico di quegli anni a Vetralla, fucina e crocevia tra Roma e Viterbo, dove la Francigena ancora si snoda tra le campagne.
Indice
Presentazione di Elisabetta De Minicis
Nota introduttiva di Simone Lupattelli
La fabbrica del palazzo
Simbologia e araldica
Il Salone delle feste: scene di caccia e credenze mitiche
Lo Studiolo delle muse: figlie della Teogonia di Esiodo
La Camera padronale: vedute paesaggistiche e racconti biblici e mitologici
Conclusioni
Bibliografia, sitografia e fonti