La nascita di una comunità è legata alla presenza dell’acqua, un elemento di primaria importanza per la vita dell’uomo. In occasione dei festeggiamenti per il 450° anniversario della fondazione del Comune di Oriolo Romano, questa riflessione ha portato a confrontarci con un argomento ancora attuale nel dibattito politico e sociale relativo alla gestione dell’acqua come bene comune.
In passato alcuni studiosi e appassionati di storia locale non hanno trascurato di inserire nei loro lavori un riferimento a fontane, fontanili ed alla situazione idrica del paese. Questo volume, reso possibile grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Oriolo Romano e della Provincia di Viterbo, si prefigge l’obiettivo di consegnare al lettore la storia di alcuni manufatti simbolo per la comunità locale e fornire un quadro generale sulla distribuzione dell’acqua nel territorio urbano e rurale.
Il “Quaderno” è introdotto da uno studio sulla morfologia e l’idrologia del territorio comunale, curato dalla Dott.ssa Serena Bernabei, responsabile del Settore Qualità Acque Interne presso l’ISPRA, per fornire al lettore i dati di riferimento dell’area di origine vulcanica nella quale sorge Oriolo Romano.
Attraverso la ricostruzione storica degli interventi messi in atto dalla comunità nel corso di cinque secoli per la costruzione o la sistemazione di queste strutture pubbliche è emerso quanto fosse indispensabile per lo sviluppo ed il sostentamento locale la disponibilità di questo bene.
Per questo si è cercato di coprire un arco temporale molto vasto, dalla fondazione all’età contemporanea, attraverso una ricerca nei fondi dell’Archivio comunale e dell’Archivio dell’Università Agraria di Oriolo Romano. La documentazione prodotta e conservata da questi due Enti rappresenta la fonte principale dei capitoli contenuti nel volume; il Consiglio dei Priori e poi il Consiglio comunale da una parte e il Consiglio d’Amministrazione dell’Università Agraria dall’altra rappresentano gli attori che intervengono nel territorio nella manutenzione e nella gestione delle acque pubbliche. Inoltre si sono consultati il Fondo Santacroce, custodito all’Archivio di Stato di Roma, di notevole importanza per l’analisi del periodo della fondazione, e quello della Congregazione del Buon Governo, presso l’Archivio di Stato di Viterbo, per il Settecento e l’Ottocento. Alla ricchezza delle fonti documentali dobbiamo inoltre ricordare l’importante contributo della memoria della comunità locale che conserva il ricordo di eventi legati all’utilizzo e alla gestione negli ultimi decenni.
I contributi presenti nel volume evidenziano la storia centenaria di alcune fonti che dalla fondazione del paese ad oggi hanno rappresentato un centro di aggregazione sociale, come la Fontana Vecchia o la Fontana delle Picche, e un elemento indispensabile allo svolgimento delle attività economiche, come il fontanile di Serrale. Inoltre dobbiamo ricordare il valore storico e culturale della Mola, dove si sviluppa il primo centro di produzione pre-industriale del paese, e che rappresenta una risorsa indispensabile per il sostentamento annonario della comunità fino all’introduzione della molitura con l’energia elettrica.
La distribuzione delle acque sorgive attraverso la costruzione di fontane e fontanili rimase la modalità principale con la quale la popolazione locale si rifornì d’acqua sino al Novecento quando fu realizzato il primo acquedotto comunale. La conduttura del Gigante e contemporaneamente l’acquisto da parte del Comune dell’acquedotto seicentesco della famiglia Altieri segnano una maggiore disponibilità delle risorse idriche anche se sarà solo con l’acquedotto di Settevene che la popolazione potrà avere a disposizione acqua corrente nelle case.
Per completare il quadro della distribuzione delle acque il volume è corredato da un inventario dei fontanili e delle fontane noti, sia esistenti che scomparsi, nel territorio di Oriolo Romano.