GESTIONE E RISORSE DELLE ACQUE A ORIOLO ROMANO
TRA IL xvi E IL xxi SECOLO
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Presentazione di Graziella Lombi


Ringrazio le autrici per la specificità della ricerca storica e per l’opportunità che ci hanno fornito di poter rivivere, riscoprire e recuperare il senso di appartenenza al nostro territorio anche attraverso le vie dell’acqua.
L’acqua, questo bene prezioso che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo di diversa civiltà tra cui la nostra.
Il borgo di Oriolo, giunto ormai ai suoi 450 anni dalla fondazione, testimonia con i suoi numerosi, fontanili, fontane, fontanelle, fossi, corsi d’acqua e il fiume Mignone, come per la vita di una semplice, ma accogliente comunità contadina fosse importante questa risorsa.
Il fondatore, Giorgio III Santacroce fa costruire, poco lontano dal centro abitato, numerosi fontanili, perché il bestiame si potesse abbeverare senza difficoltà; fa edificare, vicino al fiume che attraversava il suo feudo, un mulino per la macinazione dei cereali; fa erigere vasche per la raccolta delle acque meteoriche e soprattutto consente ai primi abitanti di vivere in un luogo ameno e dotato di quelle strutture indispensabili per le più variegate esigenze giornaliere.
Passeggiando in faggeta, all’ombra della rigogliosa vegetazione, ci viene naturale fermarci a bere al vecchio fontanile, ormai mimetizzato con la vegetazione e ci diverte assistere al bagno improvvisato di un cagnolino nella vasca della Fontana Delle Picche.
Acqua bene prezioso e fonte di emozioni. “La panzanella” all’Acquarella, il bagno nella polla sulfurea della Mola del Biscione, il profumo del bucato nel lavatoio pubblico e…

I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l’acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.
(Epicuro, Lettera a Meneceo)