Davide Ghaleb Editore

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ALLORA ERO GIOVANE PURE IO
Monologo teatrale di e con Pietro Benedetti

Vincere un Premio è bello !
ma vincere il premio di Miglior Attore
al Festival "Rita Sala" del Teatro Patologico
è bellissimo!
Prendere questo Premio per il monologo su
Alfio Pannega 
è sentirsi ALFIO!


Pietro Benedetti si è aggiudicato il premio come miglior attore al XXVIII Festival del Teatro Patologico, svoltosi dall'8 al 24 marzo 2019, in via Cassia, 372 a Roma. Lo spettacolo č tratto dal libro “Allora ero giovane pure io” di Alfio Pannega, curato da Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa, per Davide Ghaleb Editore.
Lo spettacolo ripropone le due forme di comunicazione, cinema e teatro, come l’espressione pių coerente alla comprensione delle emozioni date dalla memoria. Vi è una sola umanità, in un unico mondo vivente, casa comune dell'umanità intera. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignià', alla solidarietà. Solo la nonviolenza può salvare l'umanità dalla catastrofe.

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu  avorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa: tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava.

Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro  abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. La performance – destinata alle scuole, e da realizzarsi all'interno delle loro sedi – si propone come omaggio alla memoria di Alfio e di tutto quello che lo stesso ha rappresentato per Viterbo. Lo spettacolo intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni culturali radicate nel nostro territorio. È pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni, in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel normale programma come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine, quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.