Il potere della guarigione
Vincenzo Mazzeo
Prefazione di Katia Zardoni
Negli antichi sistemi medici (tibetano, cinese, ayurvedico, Ippocratico, dei Nativi Americani, eccetera) era naturale che la spiritualità fosse al centro della pratica medica: il livello fisico di guarigione era affrontato solo dopo aver risolto le questioni relazionali ed animiche.
Nella medicina odierna si è arrivati ad una visione meccanicistica dell’individuo tanto da analizzare solo le informazioni anatomo-fisico-chimiche, tralasciando di valutare il mondo interiore, il vissuto biografico, la sfera simbolico onirica e le credenze, come se mente, corpo e anima fossero entità completamente distinte.
Parafrasando le parole del mistico Osho: “L’uomo della nostra epoca non è mai stato così lontano dal proprio inconscio, subconscio e superconscio tanto che ciò che spesso pensa di desiderare consciamente non è frutto della sua essenza, ma dei condizionamenti sociali, familiari e religiosi”.
Attualmente “fare medicina”, con l’intento di portare integrazione nell’individuo, riconoscendo le situazioni inconsce, le ferite esistenziali, le credenze e i traumi psico-corporei che agiscono sul vissuto, è ancora un lavoro pioneristico relegato a piccoli gruppi, spesso individuale.
L’intento di questo testo è quello di proporre un modello di approccio integro alla persona, dove la malattia non è motivo di ulteriore dissociazione e dispersione delle energie individuali, ma si presenta come una possibilità di reintegrare le proprie risorse psico-spirituali; un modello a cui possono aspirare medici, terapeuti e pazienti.
La forma è quella della conversazione tra due personalità carismatiche: Peter e Vincenzo che provengono da mondi di conoscenza differenti che dialogando chiariscono un tema complesso come la guarigione dell’essere umano.
La dedizione che Peter Roche de Coppens ha messo in tutta la sua vita nella ricerca del risveglio della coscienza spirituale delle persone e il suo sforzo nel diffondere ed integrare la dimensione spirituale nella pratica medica è ancora pulsante dopo la sua morte e rivive nel dialogo qui trascritto.
Vincenzo Mazzeo, grazie alla sua unicità ed integrità, riesce a sintetizzare nel testo la sua grande esperienza di medico e vita personale.
È sorprendente come quando si incontrano persone dedite alla ricerca della verità, argomenti complessi vengano trattati con semplicità e disinvoltura portando luce sulla complessità dell’uomo.
Si invita il lettore ad “ascoltare” il dialogo con lo spirito di chi cerca una nuova consapevolezza, così come hanno fatto i due protagonisti nella loro vita.