LA CHIESA DI SAN BONAVENTURA A MONTERANO
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Si presentano in queste pagine i risultati di una ricerca che ha avuto come oggetto il complesso seicentesco di San Bonaventura, uno dei monumenti più imponenti e più noti fra quelli esistenti tra le rovine di Monterano, forse la più straordinaria tra le “città morte” dell'Alto Lazio.
La ricerca si è svolta nel quadro di un rapporto di collaborazione instaurato nel 2005 tra la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università degli Studi della Tuscia e il Comune di Canale Monterano Ente Gestore della Riserva Naturale Regionale “Monterano” attraverso la stipula di una convenzione per lo svolgimento di tirocini formativi (Deliberazione del Consiglio Comunale di Canale Monterano n. 15 del 18 aprile 2005; Determinazione del Direttore della Riserva n. 9 del 9 febbraio 2006; Deliberazione del Consiglio di Facoltà del 19 maggio 2005 - Convenzione n. 218), volti a verificare sul campo le conoscenze teoriche e le abilità acquisite nel corso di studi universitario e finalizzati anche alla realizzazione di un progetto di ricerca e di un intervento per la valorizzazione del sito di Monterano.
Gli interventi conservativi sulla chiesa e il convento di San Bonaventura, ripresi e completati nel 2006 ad opera dell'Amministrazione Comunale con finanziamenti della Provincia di Roma dopo un primo intervento sulla facciata effettuato nel 1999-2000, hanno offerto un'occasione propizia per avviare un'indagine sulle strutture materiali di Monterano in età moderna. I lavori avevano comportato anche lo scavo integrale dei depositi all'interno della chiesa (con l'eccezione di una ristretta area, risparmiata per permettere la sopravvivenza del fico selvatico cresciuto spontaneamente all'interno del rudere), portando in luce per la prima volta le pavimentazioni e le parti basamentali dell'edificio.
Il nostro lavoro sul campo (novembre 2006-gennaio 2007), condotto posteriormente alla conclusione del cantiere di restauro con un gruppo di studenti e laureandi dell'Università della Tuscia (Federica Arzillo, Ersilia Di Tillo, Francesca La Face, Sara Mancini, Flavia Marani, Giuseppe Emanuele Scipioni), è consistito nella accurata pulitura e nella documentazione grafica e fotografica di dettaglio delle pavimentazioni, delle preparazioni pavimentali e delle strutture murarie appena portate in luce. È stato realizzato un rilievo planimetrico diretto della chiesa ed un rilievo prospettico degli elementi architettonici e di campioni delle apparecchiature murarie.
Contestualmente alle fasi di pulitura e di rilevamento, è stata effettuata l'inventariazione dei numerosi elementi lapidei rinvenuti, alcuni dei quali recuperati nell'area antistante la chiesa o dallo scarico dei detriti del cantiere.
La complessità e lo spessore delle evidenze hanno spinto ad avviare, con il coinvolgimento degli stessi tirocinanti, un progetto organico di studio del complesso, anche attraverso una sistematica ricerca archivistica finalizzata ad integrare la lettura diretta delle strutture. I documenti rintracciati in questa occasione, per la gran parte inediti, hanno consentito di ampliare ed approfondire le conoscenze sul monumento, dalla sua progettazione e realizzazione fino al suo abbandono, ma anche di chiarire numerosi aspetti relativi alle decorazione e agli arredi. A questa indagine, che ha aperto molteplici prospettive di studio sull'insediamento più in generale, si è affiancata quella sulle fonti iconografiche e cartografiche, dagli schizzi progettuali alle vedute, fino alle immagini fotografiche del XX secolo.
L'impegno a Monterano, iniziato con l'esperienza a San Bonaventura, ha avuto una continuità nel tempo: da un lato sono state avviate e portate a compimento negli anni alcune tesi di laurea sull'abitato e sul territorio; dall'altro, sono stati condotti ulteriori interventi sul campo d'intesa con la Riserva e con il Comune. Nel 2007 è stata effettuata un'indagine preliminare al restauro e alla riqualificazione sul Casale Palombara, un complesso rurale di età moderna posto tra Monterano e Canale; nello stesso anno si è avuta anche l'opportunità, ancora una volta attraverso la formula dei tirocini formativi, di intervenire sui ruderi della chiesa di Santa Maria Assunta all'interno dell'abitato, con il rilievo e l'analisi stratigrafica degli elevati e degli apparati decorativi. Tra il 2007 e il 2008, infine, è stata avviata una ricognizione sui materiali di età medievale e moderna provenienti da precedenti campagne di scavo e custoditi presso il Palazzo dei “Granaroni” a Canale.
Il volume, che vuole costituire una prima tangibile testimonianza del lavoro svolto a Monterano, può essere diviso in tre sezioni principali. La prima comprende l'illustrazione del contesto in cui sorge il monumento e una storia degli studi sul complesso (capitoli 1 e 2). Nella seconda parte si prendono in rassegna le fonti scritte, iconografiche ed icnografiche riguardanti la chiesa ed il convento (capitoli 3 e 4). La terza sezione del volume (corrispondente ai capitoli 5, 6 e 7) intende analizzare le caratteristiche materiali dell'edificio della chiesa (struttura architettonica, apparecchiature murarie, pavimentazioni, arredi, apparati decorativi), anche attraverso le analisi diagnostiche, ed offre una lettura preliminare delle strutture del convento, effettuata soprattutto sulla base di due importanti documenti descrittivi inediti, gli inventari dei beni del 1719 e del 1800.
In chiusura si presentano alcuni contributi per la storia e l'archeologia di Monterano e del suo territorio in età moderna, frutto di autonomi lavori di ricerca dei tirocinanti, alcuni dei quali sviluppati attraverso tesi di laurea. Nonostante l'eterogeneità degli argomenti trattati, si è ritenuto opportuno dare spazio a queste brevi note informative, sia per dare conto dell'ampio ventaglio delle ricerche svolte dal gruppo di lavoro nel corso del biennio 2007-2008, sia, più in generale, per mostrare la complessità delle tematiche (storiche, storico-artistiche, archeologiche) che offre lo straordinario sito di Monterano.
Il presente volume è frutto del dialogo e della comunanza di idee tra i due autori. A Giuseppe Romagnoli si deve la stesura dei capp. 1, 3 e 6; a Michele Benucci quella dei capp. 2, 4 e 5; il cap. 7, le considerazioni conclusive e la bibliografia sono a cura di entrambi.

Questo lavoro non sarebbe stato portato a compimento senza il supporto, i consigli e la collaborazione di molte persone. Desideriamo ricordare in primo luogo l'Amministrazione comunale di Canale Monterano, ed in particolare il Sindaco dott. Marcello Piccioni e l'Assessore dott.ssa Giuseppina Ceci, per aver posto le basi, nel 2005, per un progetto che coinvolgesse la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università della Tuscia. La nostra più sincera riconoscenza va alla Direzione e a tutto il personale della Riserva Naturale Regionale Monterano, per il costante sostegno dato ai tirocini e per il patrocinio offerto a questa iniziativa editoriale; in particolare al Direttore dott. Francesco Maria Mantero e al Vice-direttore Fernando Cappelli, che ci sono stati vicini in ogni fase del nostro lavoro, agevolando in tutti i modi le ricerche sul campo.
Siamo grati ai docenti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università della Tuscia che hanno seguito ed incoraggiato il nostro lavoro a Monterano e sostenuto il progetto di realizzazione di questo volume, in particolare alla prof.ssa Maria Andaloro, Preside della Facoltà, al prof. Enrico Parlato, coordinatore del tirocinio, al prof. Piero A. Gianfrotta, alla prof.ssa Elisabetta De Minicis e alla prof.ssa Daniela Gallavotti Cavallero. Siamo inoltre riconoscenti al prof. Luigi Ficacci, al prof. Fernando Bilancia e al prof. Marcello Spanu per gli utili consigli e suggerimenti forniti nel corso della stesura del testo.
La nostra gratitudine va anche alla dott.ssa Claudia Pelosi, ricercatrice presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, e al personale del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro “Michele Cordaro” della stessa Facoltà; alla dott.ssa Anna Ludovica Lombardi e all'Assistente sig. Silvio Rabbai della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale; alla dott.ssa Francesca Melis; al prof. Claudio Canonici e al personale dell'Archivio Storico Diocesano di Civita Castellana; al dott. Odir J. Dias dell'Archivio Generale dell'Ordine dei Servi di Maria; all'Arch. Rosa Gemma Cipollone, Direttrice del Museo di Palazzo Altieri a Oriolo Romano; alla dott.ssa Alessandra Merigliano, responsabile dell'Archivio Generale delle Scuole Pie; alla dott.ssa Arnalda Dallaj, Conservatore del Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco di Milano; alla direzione e al personale degli Archivi di Stato di Roma e di Viterbo, della Biblioteca della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici del Lazio, della Fototeca e dell'Aerofototeca del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; alla sig.ra Patrizia Marani del Comune di Canale Monterano; al Parroco di Canale Monterano don Fausto Bertolotti.
Desideriamo ringraziare per le preziose indicazioni anche il prof. Walter Angelelli e le dott.sse Manuela Viscontini, Giulia Bordi e Daniela Parasassi. La nostra riconoscenza va anche al collega Sergio Pregagnoli (Archeomedia S.C.) per il supporto alle operazioni di rilevamento nel sito; a Claudia Romagnoli e Andrea Ciacci per il reperimento di alcuni fotogrammi di pellicole cinematografiche; ai cittadini canalesi che hanno fornito testimonianze e documenti sulle rovine di Monterano, in particolare il sig. Giovanni Scipioni e la sig.ra Carla Ramadori; al geom. Raniero Maciocia; all'editore Davide Ghaleb, per aver accolto questo saggio tra le sue pubblicazioni; alla dott.ssa Manuela Grillo per la cura redazionale.
Il nostro più speciale ringraziamento va infine a Giuseppe ed Ersilia, a Flavia, Francesca, Sara e Federica.

Viterbo, settembre 2009
M.B., G.R.

Mentre il volume andava in stampa, ci è giunta la notizia della scomparsa del prof. Lidio Gasperini, iniziatore degli studi archeologici su Monterano e il suo territorio, che vogliamo ricordare in apertura di questo lavoro.