Una storia di millenni di cui le prime testimonianze appartengono al Paleolitico superiore (a Norchia) e che arriva fino ai giorni nostri con una molteplice varietà di insediamenti, opere architettoniche e infrastrutture. Le strade, le case, i lavori agricoli hanno trasformato, nel corso del tempo, il paesaggio naturale di questi luoghi, di cui però si conserva ancora una ricca parte, in quello antropizzato che vediamo oggi, parte integrante della nostra storia di popolamento e di evoluzione.
Raccontare questi importanti cambiamenti significa far rivivere un po’ il passato, senza rimpianti o nostalgie, ma con l’unico scopo di conoscere meglio le radici di un popolo, partendo da molto lontano per arrivare alle storie più vicine, quelle dei “nonni” che hanno potuto raccogliere, in un mondo ancora poco globalizzato, il sapere degli antenati.
Abbiamo organizzato il nostro racconto suddividendolo in tre periodi: le origini e la grande civiltà etrusca, la conquista da parte dei Romani con una nuova organizzazione del territorio, il lungo periodo del medioevo fino all’età moderna, rappresentata soprattutto dalla realtà cittadina (Vetralla). Si è cercato, poi, in questo racconto, di mettere in evidenza soprattutto le dinamiche del popolamento che si possono seguire attraverso le testimonianze archeologiche ancora visibili sul terreno, limitando il più possibile la cronistoria, delegata alle schede dei singoli monumenti e delle aree archeologiche.
Grande attenzione è stata data alla via Cassia/Francigena, alla quale è dedicato un piccolo paragrafo di storia aggiuntiva; questa scelta è dovuta sia all’importanza che questa arteria stradale, di traffico intenso fin dalle origini, ha avuto nello sviluppo economico del territorio vetrallese, sia per il flusso di pellegrini, sempre più numeroso, che la percorre oggi ed ai quali è anche rivolta questa Guida.
All’interno di ogni periodo vi sono gli Itinerari, percorsi, illustrati (Tavole) su una carta I.G.M. e sulla carta Catastale (per l’ambito urbano), che si possono seguire a piedi raggiungendo in macchina il punto di partenza. Le istruzioni per raggiungere i luoghi sono messe in evidenza all’inizio di ogni paragrafo, dove inoltre, un pallino colorato indica la fruibilità del monumento: il pallino verde simboleggia il libero accesso all’area, il pallino arancione esprime l’accesso consentito previo permesso dei proprietari del fondo, il pallino rosso rappresenta l’attuale inaccessibilità.
I numeri (in verde per l’antichità ed in rosso per l’età medievale e moderna) si riferiscono alle presenze archeologiche ancora visibili sul terreno (resti di ville, mausolei, cisterne, pavimentazioni, castelli, chiese e altro), descritte con schede ed evidenziate su sfondo giallino; in città, ovviamente, sono i luoghi ad essere indicati con i diversi monumenti che li caratterizzano. Vi è, infine, sia nel territorio che in città, una parte, evidenziata in azzurro, dedicata ad informazioni aggiuntive (Pillole) che riguardano argomenti diversi, piccole notizie in più, poesie o brani di cultura popolare.
In fondo alla Guida una sezione è dedicata alle Notizie utili con l’elenco dei luoghi di accoglienza e di ristoro.
Cosa dobbiamo sapere
Per gli Itinerari nel territorio:
si ricorda che nel periodo della caccia bisogna avere una particolare attenzione. Il periodo va: dalla terza domenica di settembre al 10 febbraio; dal 1 novembre al 31 gennaio si può svolgere la cacciarella al cinghiale, che può avere tre date anticipate nel mese di ottobre.
I giorni di “silenzio venatorio” sono il martedì e il venerdì.
Di un altro aspetto bisogna tenere conto: spesso le strutture archeologiche si trovano in fondi privati chiusi e non sempre i proprietari sono disposti ad aprire le porte ai visitatori, nella maggior parte dei casi per mancanza di tempo o per motivi di sicurezza. In altri casi può succedere che sia la vegetazione a nascondere i manufatti; la manutenzione delle aree archeologiche è, infatti, uno dei problemi più gravi da risolvere e non solo nel nostro territorio; il periodo di maggiore visibilità è, ahimè, quello che coincide con la caccia, cioè l’inverno, ma se andate prima della “ricrescita”, subito dopo il 10 febbraio e fino alla metà di aprile, potete ancora ammirare i paesaggi più belli.
In città:
bisogna andare per le vie di Vetralla rigorosamente a piedi; imparare a scoprire le belle cose che ancora si nascondono all’interno dell’ambiente cittadino, che non appare immediatamente accogliente, osservando i particolari, di grande bellezza, che caratterizzano le facciate degli importanti palazzi del ’500, ’600 e ’700 che costeggiano la sua via principale (via Cassia interna). La struttura urbana della città si estende, sul lungo promontorio che la contiene, per almeno un chilometro (se partiamo dalla Villa Canonica fino al borgo Castello) e la piazza del Comune, nello splendore della sua armonia progettuale, non riesce ad assumere quella funzione che solitamente hanno le piazze del centro cittadino, in quanto, in realtà, non si trova al centro dell’abitato, ma piuttosto nel punto di raccolta di uno solo dei “rioni”, della città. Si consiglia, quindi, per non perdere la suggestione dell’ambiente, di seguire i due Itinerari suggeriti, dove si è tenuto conto di questa particolare dispersione della forma urbana, portando il visitatore ad esplorare alcuni angoli della Vetralla medievale, lungo la via Vecchia, ad esempio, che sfocia sulla piazzetta di S. Pietro ed in direzione, allungando il passo, della chiesa di S. Francesco, assolutamente da non perdere, in quanto uno dei più begli esempi dell’architettura romanica nella Tuscia viterbese.
Elisabetta De Minicis
da "Vetralla lungo la via Francigena"
Il disegno è tratto da una porzione del murales realizzato da
Jonathan Grego
(Sottopoassaggio Barbara Zaccaro)
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