Davide Ghaleb Editore

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PASSEGGIATA PASOLINI
Sul set di Uccellacci e uccellini

Nell’ambito di
2016 Anno del cinema
Viterbo città del mare – Tuscia terra di Orson Welles, Pasolini, Fellini

Una iniziativa Tusciaweb

In collaborazione con
Università degli Studi della Tuscia
e Tuscia Film Fest

Sponsor tecnico Febbre a 90

Con il patrocinio del Comune di Viterbo

Con il contributo economico di
ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Viterbo
ENERPETROLI Srl – BLUÈGAS Srl
UNINDUSTRIA VITERBO
SAGGINI COSTRUZIONI
STUDIO LEGALE PISTILLI REHO & ASSOCIATI

Antonello Ricci e Davide Ghaleb Editore
presentano

6 cine-passeggiate/racconto

Secondo appuntamento
Domenica 15 maggio 2016 – Tuscania

PASSEGGIATA PASOLINI
Sul set di Uccellacci e uccellini

Letture di Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi
Percussioni di Roberto Pecci
Racconta e conduce Antonello Ricci

Con la partecipazione di Pietro Benedetti

Itinerario:
Da Santa Maria Maggiore a San Pietro

Appuntamento ore 10.00
Tuscania, davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore

* Il biglietto per la partecipazione all’iniziativa consiste nell’acquisto del volume
Antonello Ricci
VITERBO CITTÀ DEL MARE
Tuscia terra di Orson Welles, Pasolini, Fellini
Paesaggi e fotogrammi
Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2016

In caso di condizioni metereologiche avverse la narrazione si svolgerà negli splendidi interni della Chiesa di San Pietro: navata, ambone, cripta.

info e prenotazioni: tel. 3206872739 (attivo tutti i giorni ore 12.00-13.00)

 

IMMAGINI

TUSCANIA, LA SUA LUCE
Pasolini e Giotto

Di Antonello Ricci

Dev’essere di una qualità tutta speciale la luce maremmana che ogni giorno, da mezzogiorno al tramonto, inonda-incendia i bastioni tufacei di San Pietro e Santa Maria Maggiore a Tuscania.
Luce misteriosa: mistica e però pagana. Luce inquieta: sempre solcata da sogni visioni ritorni d’oltretomba. Spiriti etruschi come ombre della sera o attori-personaggi-larve infelici che increspano l’aria come l’Othello di Orson Welles.
Ma anche (e soprattutto) «l’assurdo Totò l’umano Totò il matto Totò», alias frate Ciccillo nell’episodio duecentesco incastonato al centro del pasoliniano Uccellacci e uccellini: apologo-capolavoro girato tra la torre di Santa Maria i ruderi di Rivellino e l’acropoli di San Pietro, fianco a fianco «con l’innocente col furbetto Davoli Ninetto».
Nel 1969 Ninetto tornerà nella Tuscia con il regista friulano per sostenere il ruolo di Charlot-Andreuccio nel primo episodio del Decameròn. Nella penombra di un’altra chiesa romanica, ma certo memore dello spettacolare Giudizio universale di Santa Maria Maggiore ove troneggia un Satanasso intento a divorare dannati e a cagarli: affresco che sembra promettere la grottesca visione infernale su cui andranno a chiudersi i Racconti di Canterbury (1972).
Totò, Ninetto, Pier Paolo, «uomini umani». I loro ritratti sono ancora lì sul grande schermo, sullo sfondo della febbrosa valle del Marta, dei nobili monumenti di Tuscania, voluti a ricreare l’incanto universale di un Medioevo-Novecento tutto realismo e allegoria insieme.
Una luce pura e senza tempo sembra splendere insomma su Tuscania: una luce lievissima, fredda e mentale, povera e magra, tale da convincere Curzio Malaparte a evocare per essa un paragone con Giotto. Giotto, sì. Proprio lui, guarda caso. Di Giotto è infatti anche il Giudizio Universale che visita nottetempo i sogni del Pasolini-personaggio-pittore protagonista del secondo tempo del Decameròn.
tregua di classe.