In ricordo di ALFIO PANNEGA A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA
Si terrà giovedì 6 agosto, alle ore 21, presso i giardini di Palazzo Paolocci in via Roma, 41 Vetralla (VT), lo spettacolo teatrale di e con Pietro Benedetti, con la partecipazione di Michela Benedetti, "Allora ero giovane pure io" in ricordo di Alfio Pannega a dieci anni dalla sua scomparsa.
L' iniziativa rientra nella sperimentazione delle attività di Officina Meraviglia - Cooperativa di Comunità, di prossima costituzione.
Il coinvolgimento del pubblico, durante la performance, sarà assicurato oltre che dall'interprete anche dalla poetessa a braccio, Michela Benedetti, che nel corso della performance comporrà versi all'improvviso.
Si ricorda che il biglietto per la partecipazione consiste nell’acquisto di un volume a scelta dal catalogo della casa editrice.
La presentazione si svolgerà nel rispetto delle regole imposte dal Dpcm del 18 maggio 2020
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa: tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava.
Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. La performance – destinata alle scuole, e da realizzarsi all'interno delle loro sedi – si propone come omaggio alla memoria di Alfio e di tutto quello che lo stesso ha rappresentato per Viterbo. Lo spettacolo intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni culturali radicate nel nostro territorio. È pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni, in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel normale programma come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine, quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.
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