Patrocinato dal Comune di Vetralla,Assessorato alla Cultura, Pro Loco di Vetralla, in collaborazione con la Cooperativa di Comunità Meraviglia la casa editrice Davide Ghaleb, è lieta di ospitare la presentazione del primo libro di poesie di Veronica Pacifico, archivista audiovisivo e documentarista.
Sabato 26 giugno 2021, alle ore 18.00 presso il giardino di Palazzo Paolocci, in via Roma 41, a Vetralla (VT), Donatella Baglivo, regista e produttrice cinematografica, dialogherà con l'autrice. Condurrà Diana Ghaleb.
Per l'occasione saranno in mostra i disegni di Francesca Mazzone contenuti nel libro.
Edito da Ghaleb Editore, il testo è stato scritto nei primi tre mesi della pandemia, risultando un vero e proprio toccasana per l’autrice che ha sperimentato la natura terapeutica della scrittura.
Veronica Pacifico nasce a Benevento nel 1984 e vive a Viterbo da vent’anni. Si laurea con 110 e lode in Archivistica Audiovisiva presso l’Università della Tuscia e continua a studiare nel mondo dell’audiovisivo, specializzandosi in montaggio e sceneggiatura. Ha scritto per diverse riviste on-line, recensioni sul cinema.
Nata nel Salento leccese, Donatella Baglivo si appassiona a regia e montaggio fin da piccola; all'età di 16 anni si propone già all'attenzione degli addetti ai lavori col suo primo lungometraggio. Alla fine degli anni sessanta inizia una lunga collaborazione con la RAI nella produzione e nel montaggio di documentari, film, e serie tv. Tra le produzioni della cineasta vanno sicuramente menzionate le cinebiografie, numerose puntate della collana de: I Grandi del Cinema Italiano, documentari con interviste ad attori e registi e scrittori che hanno fatto la storia del nostro cinema, cominciando da Totò, Fellini, Zeffirelli, Alberto Sordi, Virna Lisi, fino ad arrivare a Pupi Avati o Cinzia TH Torrini. Da non dimenticare è la stretta collaborazione con Andreij Tarkovskij. Donatella Baglivo è anche direttore dello studio cinematografico CIAK 2000 srl.
Dal libro “Versi in quarantena” di Veronica Pacifico.
“Non mi era mai capitato prima di vivere in quarantena. Ma il 2020 ha reso ben chiaro il concetto a tutti. Barricati in casa, potevamo avere contatti con gli altri, solo in maniera virtuale. Per quanto mi riguarda, tutto ciò mi è risultato difficile e credo anche di aver trasgredito, qualche volta, per puro spirito di sopravvivenza. E’ difficile immaginare una vita senza contatto umano.
Altra cosa, la scrittura. Il tempo morto che mi rendeva viva, di poesie in questo caso, mi ha permesso di resistere al non-senso che eravamo costretti a vivere. Scrivere è stato come rompere una barriera per andare verso l’altro ed amare.
Ed allora, mi vengono in mente le parole di S. Agostino, “ama e fa ciò che vuoi”.
Io facevo quello che volevo, scrivere, appunto, ed amavo gli altri in qualche modo. Scrivere mi permise di conoscere me stessa e di non dubitare dell’altro, donarsi.
Ricordo che prendevo la penna, e sentivo la necessità di esprimermi: il getto della scrittura.
In casa, in quarantena, i gesti consueti sono qualcosa di estremamente singolare e personale; per quanto mi riguarda, la scrittura mi ha scelto e ne sono grata.
Tutto quello che resta è scritto nelle pagine che seguono”. |