Venerdì 11 novembre alle ore 15:30 si terrà in modalità online la modalità del volume "L'Orto Botanico Gianicolense e Giovanni Battista Trionfetti” di Carla Benocci, pubblicato dalla Casa Editrice Davide Ghaleb.
Alla presentazione, organizzata dal Centro Culturale Aracoeli, interverranno, Flavio Tarquini e Aleksander Horowsk. Coordinarà l'evento Alvaro Caciotti e sarà presente l'autrice Carla Benocci,
Il volume, quarto della collana "Quaderni di Roma e Lazio" fondata da Enrico Guidoni, finalizzata allo studio, alla tutela e alla valorizzazione di un patrimonio storico, artistico e ambientale di particolare interesse, è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Carivit.
L’Orto Botanico sul Gianicolo, istituito nel 1660 dal pontefice senese Alessandro VII Chigi, nasce con un obiettivo di grande attualità: poiché è dovere del «prencipe» di provvedere «che si propaghino le scienze e l’arti liberali», occorre predisporre un Giardino dei Semplici per coltivare e far conoscere erbe e piante, scoprendo nuove specie e le qualità di ognuna. Si deve però al «semplicista» Giovanni Battista Trionfetti se questo giardino diviene un luogo noto in tutta Europa e aperto a tutti, «studenti e dilettanti», come riportano i manifesti con i quali si annunciano le lezioni pubbliche tenute dallo stesso Trionfetti. Egli, d’intesa con l’Università della Sapienza dalla quale dipende l’Orto, compie ogni anno viaggi avventurosi e in luoghi impervi, alla ricerca di nuove piante, sui Colli Romani, lungo la costa fino al Circeo e verso nord, nella Tuscia, seguendo le tracce di Leonardo, come documentano le piante del grande artista toscano. Il mestiere del botanico è appassionante e richiede continui aggiornamenti: Trionfetti visita gli Orti Botanici di Pisa, di Firenze, di Bologna e va alla scoperta di erbe nel bolognese, fino a Comacchio. L’Orto romano è dotato di un nuovo padiglione pentagonale di Giovanni Battista Contini ed è rinnovato dal pontefice Benedetto XIV, al quale l’Università dedica alcune fontane, su progetti di Ferdinando Fuga. Il successo del luogo è tale che nel XIX secolo si rende necessario il suo spostamento in un’altra sede, mantenendo e sviluppando gli obiettivi seicenteschi.
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