Presentazione
La prima sera d’autunno, sono partita ancora una volta per un viaggio.
È passato parecchio tempo da quando abbiamo iniziato ad esplorare il grande bacino lacustre che impreziosisce la Tuscia. Ne abbiamo visitato i borghi che si affacciano su di esso, pensando di averlo conosciuto a fondo.
Non era così. Abbiamo dovuto accarezzarne le acque, avvicinarci ad ogni anfratto, stupirci dello smeraldo delle sue profondità inebriarci del profumo muschiato delle rocce e addormentarci col candore della Via Lattea che sfiorava i nostri volti.
Questo libro, in realtà, non segna l’inizio del mio peregrinare. È il terzo capitolo, quello che è nato al termine del lungo periodo che ha cambiato le vite di tutti noi.
Ho ripreso a viaggiare soltanto in giugno, dopo una primavera forzosamente trascorsa all’interno del comune di residenza, come volevano gli oramai celebri decreti.
Riscoprire la gioia dell’esplorare, mi ha fornito la linfa per poter andare avanti, per ricominciare a tessere tele con le parole.
Questo scritto non vuole essere una guida turistica, né ha la presunzione di narrare in modo dettagliato la storia del luogo. È, invece, il racconto di semplici passeggiate, in cui occhi e anima si sono fusi e trasformati in un’unica voce, quella stessa voce che mi aveva accompagnata in precedenza e che lo avrebbe fatto in futuro.
Il Lago di Bolsena, è un po’ il cuore della Tuscia, e non soltanto per la sua forma. Ha raccolto per migliaia e migliaia di anni le lacrime di pioggia che sono discese sul nostro territorio. Le sue coste hanno ospitato dimore a partire dal Neolitico e visto i fieri popoli dell’antichità.
Le famiglie più blasonate hanno villeggiato sulle sue rive, e oggi costituisce una delle maggiori attrattive turistiche della nostra zona.
Il lago ha un potere prodigioso sugli uomini e sulle donne: attira lo sguardo, calma gli animi e scalda i cuori.
Una gita sul lago è un viaggio dentro se stessi. |