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KARLA LA BAMBINA COMUNISTA
Maria Carla Crosta


Presentazione
Raffaella Bruti

Il libro è stata una piacevole e inaspettata rivelazione come del resto l’autrice, una donna tutta d’un pezzo, Karla, con la “K” e figuriamoci con indosso l’uniforme d’ordinanza! Una donna forte e, come un po’ tutte noi, anche molto sensibile, a tratti fragile, che ha avuto il coraggio di mettersi a nudo per esplorare sé stessa e di condividere con il lettore le riflessioni più intime.
Non solo ricordi, ma sentimenti, voglia di capire, comprendere, rivivere a distanza di anni, dunque col senno di poi, certe situazioni e fatti, stati d’animo…
Leggendo pagina dopo pagina si percepisce fin da subito questa impellente necessità dell’autrice.
Un testo chiaramente autobiografico, un romanzo di formazione si potrebbe definire tranquillamente, nel quale ognuno di noi può ritrovare qualcosa di sé, indipendentemente dalle proprie origini e dall’età.
È un libro che «sblocca i ricordi», così ho detto a Karla già dopo la lettura delle prime pagine, ricordi sopiti, apparentemente dimenticati ma che, per magia, riaffiorano nitidi e forti. Inoltrandosi nella lettura è come venire rapiti da un vissuto che accomuna molti di noi, non solo come condivisione di contesti e vicende ma anche di sentimenti ed emozioni.
Quel passato «contadino», costituisce un substrato comune, soprattutto per la generazione che va dai novantenni ai cinquantenni di oggi, sul quale si innesta l’infanzia di una bambina e l’evoluzione di una donna, che può essere Karla o qualunque altra, vissuta in quella società italiana – almeno fino agli anni Settanta e, in particolare, nelle nostre zone – dove gli echi del boom economico arrivarono con un po’ di ritardo, dove l’emancipazione femminile di cui tanto si parlava, nei fatti era ancora una chimera e parlare di rivoluzione sessuale poi… un tabù; tutto questo mentre l’ideologia dei regimi totalitari lasciava il posto alla politica dei «partiti di massa»…
Poi il potere evocativo delle parole, sapientemente utilizzate, unito all’uso di termini dialettali, così «veri», ricostruisce un mondo solo apparentemente lontano…
Per questo Karla, mi sento di dire, è stata veramente molto brava.
Un libro di sentimenti ma anche un «libro di storia», meglio di storie, quelle vere però, quelle vissute dal «basso», sulla propria pelle e attraverso i ricordi e i racconti delle persone più care.
Più di un secolo di vite vissute e narrate all’interno di un periodo tra i più difficili e determinanti della nostra storia, nella quale le microstorie famigliari e personali si intersecano inevitabilmente e, in maniera più o meno incisiva, con gli eventi della «grande storia».
Notevole il lavoro di ricerca e di ricostruzione della genealogia della famiglia corredato da un bellissimo apparato fotografico.
E dunque, sono certa che il lettore, sia quello più maturo come anche il ragazzo di oggi, potrà trovare «qualcosa» di sé, qualcosa di speciale, in questo racconto di vita «rivissuta» dalla piccola grande Karla.