Presentazione
Tra i diversi e multiformi aspetti che hanno connotato negativamente il periodo attraversato dall’epidemia di Covid-19, ce n’è stato uno, positivo, che ha modificato un atteggiamento proveniente dal passato, un po’ snobistico, che specialmente nel mondo degli archivi pur non riservando la funzione di ricerca ai soli esperti studiosi quanto meno non vedeva di buon occhio l’accesso al patrimonio documentario più antico a profani incursori dei fondi archivistici.
Come è stato ampiamente riconosciuto in numerose circostanze, la pandemia, con il suo corredo di restrizioni e isolamento dei cittadini, ha di fatto modificato l’approccio alla fruizione culturale grazie soprattutto ad una tecnologia diffusa in tutte le case ed evidentemente al web, imponendo forzatamente ai soggetti titolari dei luoghi della cultura il compito di fornire, comunicare, trasmettere e divulgare i propri contenuti.
Così, in questa ottica, nel 2020 mi sono ripromesso di organizzare e codificare l’attività editoriale portata avanti in passato in maniera discontinua dall’Ufficio dando vita alla nuova collana Quaderni dell’Archivio di Stato di Viterbo, per offrire ai lettori interessati – come scrissi al tempo - non tanto un’informazione archivistica di alto rango scientifico che già tante sono le pubblicazioni edite da superiori uffici che si occupano della materia, quanto un piccolo contributo utile alla diffusione dell’informazione sulle attività che vengono portate avanti, sulle ricerche e sulle novità che coinvolgono la missione e l’identità dell’Istituto.
Grazie all’apporto prezioso di Davide Ghaleb Editore nel diffondere e valorizzare la conoscenza del patrimonio culturale locale, la collana è arrivata dunque a questo quinto volume che, in particolare, si presta ad essere maneggiato come strumento non solo di conoscenza ma soprattutto di ricerca ed approfondimento della storia di una banca che – più nel bene che nel male – ha accompagnato la crescita del nostro territorio e, attraverso gli strumenti di credito, anche su pegno, la vita stessa di tanti cittadini.
In questo senso non può che essere riconosciuta diligenza e merito ai dirigenti di Intesa Sanpaolo SPA per aver voluto trasferire all’ASVT l’intero archivio della Cassa di Risparmio della provincia di Viterbo, mentre un plauso particolare va indirizzato alla dottoressa Paola Chiapponi che ha curato assieme al sottoscritto le procedure legali e pratiche per renderne possibile la concretizzazione.
L’inventario è frutto del lavoro accurato di due competenti professioniste, contrattualizzate per diciotto mesi insieme ad un altro centinaio di archivisti dalla Direzione Generale Archivi allo scopo di porre rimedio alla carenza di personale tecnico in tutta la Penisola.
Le due brave dottoresse, Nadia Bagnarini e Marina Loffredo, nel frattempo vincitrici entrambe di concorso ed in attesa di iniziare la propria carriera nel Ministero della Cultura alla data di uscita del presente Quaderno, hanno provveduto alle operazioni di schedatura, riordinamento e inventariazione del fondo producendo, come si è detto, uno strumento assai interessante non solo per gli studiosi ma per tutti gli appassionati di storia locale.
In conclusione, nel corso del mio 45° anno di servizio ed a pochi mesi dall’ormai prossimo pensionamento, affido a questa breve premessa i saluti ed il ringraziamento a tutto il personale ed agli utenti dell’Archivio di Stato di Viterbo di ieri e di oggi, con la speranza di essere riuscito a rendere l’ufficio più performante dal punto di vista delle prestazioni offerte al pubblico e maggiormente proattivo sul piano della sicurezza sul lavoro; a chi mi succederà nella direzione dell’Istituto, auguro la stessa soddisfazione che ho provato io nell’avvertire costantemente l’onore di servire lo Stato e tutta la collettività, magari – se vorrà – continuando idealmente il sentiero tracciato, con nuove, interessanti, pubblicazioni di questo stesso Quaderno dell’Archivio di Stato di Viterbo.
Angelo Allegrini
Direttore Archivio di Stato di Viterbo
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