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IL FONDO GIUSEPPE FABBRI
Vetralla, c'era una volta la città incantata: memorie in foto
Archivio storico di Vetralla (a cura di Enrica Sanetti)


Nota introduttiva
Enrica Sanetti (Archivio storico di Vetralla)

La mostra e il catalogo dal titolo "Vetralla: c'era una volta la Città incantata: memorie in foto" nascono dall'idea di valorizzare e diffondere un importante fondo fotografico donato negli anni '80 da Mario Fabbri, figlio di Giuseppe Fabbri appassionato studioso di storia locale e archeologia, alla Biblioteca Comunale di Vetralla.
Il fondo raccoglie oltre a 105 scatti di Vetralla e cartoline postali inviate a Fabbri durante il periodo della leva svolto a Istria relativi alla prima metà del 1900, numeroso carteggio che riguarda i suoi studi in campo archeologico, diapositive, filmati, lastre tipografiche e una raccolta di circa 30 pubblicazioni a stampa di carattere locale.
Non tutti gli scatti presentano una datazione ma questa è desumibile vedendo quella presente in alcuni ed osservando la conformazione urbana e monumentale del paese che vi è riprodotta.
L'intero fondo fotografico è stato digitalizzato per preservarne la conservazione e renderlo facilmente fruibile all'utenza, poi è stato riprodotto in pannelli in PVC 24x30 cm e 100x70 cm con una selezione di foto che hanno costituito il percorso della mostra. Queste ultime sono state inserite poi all'interno del catalogo mantenendo lo stesso percorso di strutturazione della mostra, come una guida alla stessa.
È stato doveroso, dopo una piccola nota storica introduttiva sull'origine della Città di Vetralla, soffermarsi sul periodo storico relativo alle foto oggetto della mostra: la prima metà del 1900 e in particolare il periodo prossimo alla seconda guerra mondiale al quale si riferisce la maggior parte delle raffigurazioni del paese (1936-1945). Ciò che ne emerge è una Città che ha avuto una continua crescita ed evoluzione in termini sia socio culturali che urbanistici e monumentali, soprattutto dopo la decadenza delle potenze baronali e l'inizio del potere pontificio che vide nel Borgo Roma la nuova Cassia verso la capitale, nella crescita di importanza delle figure dei Priori e della nuova Collegiata di S. Andrea insieme alla nascita di importanti palazzi aristocratici.
La guerra purtroppo con un colpo di spugna distrusse il centro più bello della città: piazza della Rocca con la sua roccaforte medioevale riadattata successivamente a Monastero e la chiesa conventuale, la porta Romana e la bellissima fontana al centro della piazza, prima fontana pubblica di Vetralla.
Soffermarsi sul periodo post-bellico è stato fondamentale per poter analizzare quale purtroppo erano le priorità di quel periodo: l'esigenza di effettuare riparazioni strategiche da parte del governo locale delle autorità tedesche, sfamare la popolazione, portare avanti l'agricoltura per l'assenza della manodopera e ricostruire velocemente il paese occupandosi delle necessità primarie quali abitazioni, uffici comunali, cibo. Tutto questo portò a una ricostruzione avvenuta senza alcun criterio di programmazione urbanistica ed architettonica e alla mancanza totale di interesse per cercare di ricostruire i nostri bellissimi monumenti che portavano con se tutta la storia della cittadina.
A conferma di ciò sono stati inseriti numerosi manifesti e carte di corrispondenza che testimoniano quanto detto sopra.
La parte fotografica in mostra è stata dunque arricchita con una selezione di documenti dell'archivio storico di Vetralla relativi alla storia della Città non solo nel periodo bellico ma anche per il secolo 1700-1800: periodo che diede alla luce la costruzione di alcuni importanti documenti presenti in foto: il Domo Novo completamente rifatto ed ampliato, il culto di Maria SS. Immacolata e del patrono S. Ippolito le cui reliquie sono conservate al suo interno, il palazzo comunale in occasione dei lavori di restauro, la nomina del titolo di Città nel periodo settecentesco e successivamente fascista.
Arricchiscono la mostra documenti inerenti il registro del convento delle Murelle, antico convento carmelitano presente per alcuni anni alla fine del '700 probabilmente situato in via Roma (forse nell'ampio edificio denominato oggi “le casette”) accanto alla chiesa rurale poi demolita dall'amministrazione comunale, la mappa del territorio di Vetralla del periodo pontificio e della situazione delle case intorno il perimetro di via di porta Marchetta, il rifacimento del nostro teatro e la costituzione dell'associazione filodrammatica tra il 1850 e il 1930, periodo fervido per la vita socioculturale del paese.
Si è voluto pertanto inserire il fondo fotografico in un più ampio contesto storico attraverso numerosi documenti come un percorso che ricalca la città da piazza Vittorio Emanuele a Borgo Roma, ognuno inserito in nota corredato da informazioni storiche.
Per ultimo ma non di importanza, ma ricalcando sempre il percorso strutturale della Città, il Contado Rurale di Cura, di sviluppo tardivo rispetto a Vetralla e fino ai primi del '900 senza acqua potabile che esponeva la popolazione a numerose malattie gastrointestinali come descritto nelle delibere dell'epoca e che portò alla decisione della costruzione di un acquedotto per le frazioni rurali nel 1913. Dell'acquedotto ne vengono descritte le fasi preliminari: dalla scelta della fonte da cui derivarne il percorso, alla costruzione e alla fattezza. Seguono e concludono la documentazione della Cura Rurale gli affitti dell'acqua della fontane pubbliche da parte del Comune ai cittadini, segno di uno sviluppo urbanistico della frazione dal 1900 in poi.
Purtroppo molti erano i documenti dell'archivio storico che avrebbero meritato di essere esposti in mostra e molti gli spunti di approfondimento della storia di Vetralla per il periodo dal 1700 al 1800 che sono emersi dagli stessi, ma il periodo di tempo molto ristretto per la ricerca storica, l'allestimento della mostra e la cura del catalogo, non lo hanno reso possibile.
Certamente non mancherà occasione di riproporre per il futuro altri progetti di valorizzazione del nostro ricco archivio storico comunale che merita di essere conosciuto e promosso perché racchiude la storia delle nostre radici: la cosa più preziosa.
Questo lavoro vuole inoltre proseguire gli studi sulla figura di Giuseppe Fabbri e il suo interesse per l’archeologia e la storia locale, presentati il 23 ottobre 2016 presso il Museo della Città e del Territorio con una giornata dal titolo: "La figura di Giuseppe Fabbri: ricordi e testimonianze scritte, giornata di studi e mostra” a cura di Nicoletta Cignini ed Elisabetta De Minicis.
Un sentito ringraziamento alla Regione Lazio, Direzione Cultura, Area Archivi Storici, che tramite la L.R. 24/2019 ogni anno sostiene e offre il proprio contributo per la realizzazione di tali iniziative.
Infine ringrazio Simone Lupatelli per la consulenza scientifica e la fattiva collaborazione nell'allestimento della mostra e Getulio Cenci per l'aiuto fornito nell'identificazione della foto relativa all'individuazione dell'area del Monumento ai Caduti e del Parco della Rimembranza.