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IL FONDO GIUSEPPE FABBRI
Vetralla, c'era una volta la città incantata: memorie in foto
Archivio storico di Vetralla (a cura di Enrica Sanetti)


Presentazione
Daniela Venanzi (Assessore alla cultura di Vetralla)

È la ricerca più intima di uno sguardo, mischia il visibile con l’invisibile, ciò che è percepito ad uno occhio distratto da quello che invece ha bisogno di essere compreso e scrutato da più angolazioni.
La fotografia è spiazzante, una delle forme di comunicazione più alte, non solo perché ci restituisce un’emozione, ma perché nel corso del tempo lascia intatta una memoria storica.
Ecco perché il progetto “Riscattiamo Vetralla” inserito in quello più complesso e articolato di “Vetralla Città Incantata” racchiude in sé la volontà di rendere giustizia a questo territorio, ricco di bellezze, di storia, di natura, di un borgo intatto e di gente e personaggi che l’hanno reso unico nel tempo.
A differenza degli scatti moderni con cui Lorenzo Cicconi Massi, fotografo di fama internazionale, ha reso immortale la città con una serie di opere installate nel centro storico, e che fanno parte di una galleria permanente a cielo aperto di grande bellezza, le immagini di questa raccolta, che fanno parte dell’archivio Fabbri, hanno l’onore al contrario, di raccontare quello che siamo stati e come siamo arrivati fin qui, grazie all’attività incessante, e anche questa artistica, dei fotografi di Vetralla, che con merito e sentimento ci hanno saputo riflettere.
Documenti raccolti nel tempo in modo accurato e diligente.
Non sfuggirà a chi sfoglia, il come eravamo, le persone, i momenti storici vissuti con passione ma anche quelli che distrattamente sembravano meno importanti, i particolari, i vestiti, gli oggetti di uso comune e quelli più ricercati, così come alcuni passaggi storici che hanno attraversato le nostre vite cambiandole per sempre.
Non si va da nessuna parte e non c’è futuro senza la ricostruzione del nostro vissuto, e questa raccolta ne è una testimonianza preziosa, opportuna e necessaria, di cui prendere visione e osservare con calma e raccoglimento, come un viaggio nel tempo che ci è appartenuto e che non dobbiamo dimenticare.
Gli occhi, la testa e il cuore non rimarranno delusi.