Introduzione
di Marco D’Aureli
Questo volume raccoglie tutte le poesie premiate e quelle segnalate come meritevoli di una particolare attenzione fra le partecipanti al premio di poesia in dialetto “La léngua vitorbese”, giunto nel 2019 alla sua seconda edizione. Il concorso, come da prassi consolidata, consiste in due diversi bandi. Uno è rivolto alle studentesse e agli studenti della classi quarte e quinte delle scuole primarie di Viterbo. L'altro accoglie componimenti di autori senza limiti di età.
Ottima la risposta, anche quest'anno, in termini di partecipazione. Tre scuole hanno aderito a pieno titolo: la "Canevari", dell'omonimo istituto comprensivo; la "Concetti" dell'istituto comprensivo "Fantappié" e la "Volta" dell'istituto "Vanni." D'altro canto la "Grandori" dell'istituto Carmine, che ha totalmente sposato l'iniziativa, ha scelto di non partecipare in modo diretto al concorso e di avviare uno specifico percorso formativo e preparatorio in vista della prossima edizione del premio. Di tale filiera è testimonianza il creativo scambio epistolare tra il leggendario giullare medievale Frisigello e le classi quarte pubblicato in questo stesso volume.
“La léngua vitorbese” è un concorso tenacemente voluto da una pattuglia di associazioni e istituzioni cittadine. In primo luogo Tuscia dialettale e Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. Accanto ad esse Banda del racconto. Per questo 2019 Fondazione Carivit ha finanziato entrambe i bandi. L'iniziativa gode del patrocinio del Comune di Viterbo. La competizione vuole incoraggiare, soprattutto ma non esclusivamente, nei giovani cittadini e nelle giovani cittadine la giocosa pratica della poesia in dialetto, indirizzando quest’ultima al rinvigorimento e alla valorizzazione di un più alto sentimento – orgoglioso e cordiale al tempo stesso – di appartenenza all’identità linguistica viterbese e quindi di dignità civica.
Il premio è dedicato quest'anno alla memoria di Edilio Mecarini, viterbese verace, espressione del mondo artigiano locale, che seppe raccogliere il testimone lirico lasciato da Emilio Maggini (poeta vernacolare antesignano, dedicatario della prima edizione) prolungandone l'eredità e perfezionandone il lascito sotto il profilo della valorizzazione della lingua e della cultura dialettale.
Lo stesso Mecarini al quale Renato Cavallo, vincitore della precedente edizione, aveva dedicato questo suo tenero ricordo:
Come vuleve tu...
Adolca, abbraccicata a 'n' illusione,
passa la vita e se scoroja al sole
e, al vento de passione, li pinsiere
fanno biulle mal celo
'ntra li colonne di l'arcobbaleno.
Tu see passato, Edi', come che l'acqua
a li funtane di la Palanzana
chi scorre a rocchie
e lassa 'l segno pi' fasse arecurda' .
Emmo' parle de notte pi' fa’ 'l giorno
cu' la freschezza di la puisia
chi nasce da rogare 'ngruvijate,
da vicolette e strille di munelle
e truzzola argentina
cu' 'l picareccio fresco di funtane.
E 'l basolato ne straporta l'eco,
cu' quel surriso un po' malencunoso
a 'nguattavito 'ntra li guae e le pene…
Te sdelentava 'l passo e adera lemme,
la tu' calata, piena di stracchezze…
Mal celo tuo videve poca luce
sbrilluccica' p'opritte la tu' strada.
Mo non ciadae cunfine,
s'adè operto 'l tu' celo a li tu' stelle;
la tu' cometa cià la "coa al vento"
e nun passe più su e giù pi' Piascarano;
maprò m'arriva chiaro ma la brezza
cu' 'l sono di li vicole accalate:
"adera la viggija di Natale
nun m'aricordo di quant'anne fa… "
See ito a ritrova' li gente tue;
quel tu' prisepio, mo, sta mellassù,
ma l'eco di la voce adè micquì,
come vuleve tu…
L'antologia contiene, presentate secondo l’ordine di classifica, le poesie premiate e quelle ritenute meritorie, in virtù di valori stilistici e di contenuto espressi, di una particolare menzione. La giuria che ha selezionato i componimenti pervenuti alla segreteria del concorso, quasi un centinaio, è stata presieduta dal decano della poesia in dialetto viterbese, Ostelvio Celestini. Accanto a lui Franco Giuliani presidente di Tuscia dialettale e Massimo Mecarini presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. A completare la squadra gli uomini di Banda del racconto: Pietro Benedetti, il sottoscritto (in qualità di segretario) e infine Antonello Ricci. Il criterio condiviso che fin da subito per quest'anno, e per unanime consenso, ha orientato lo scrupoloso e rigoroso lavoro della giuria, è stato quello di premiare la freschezza e la spontaneità delle poesie composte dagli studenti, anche quando l'entusiasmo e l'immediatezza hanno indotto i giovani autori a compiere scelte eterodosse in merito a questioni lessicali, sintattiche o anche ortografiche. In linea con i criteri adottati nella pubblicazione della prima antologia, si è scelto di restituire le poesie in gara alla pubblica lettura così come sono state consegnate alla giuria, vale a dire senza alcuna forma di intervento normalizzatore.
Come per l'anno scorso anche quest'anno, in concomitanza con la pubblicazione della presente antologia, vedrà la luce una raccolta critica di versi del poeta dedicatario del concorso. Entro il 2019 Banda del racconto curerà l'edizione di un florilegio di poesie composte da Edilio Mecarini, andando così a delineare un trittico che potrà considerarsi completo quando la terza edizione del premio verrà dedicata a Enrico Canevari. Secondo un processo a ritroso che parte dagli esiti e dalle espressioni contemporanee della lingua e della poesia viterbese (con Maggini e Mecarini) e arriva fino alle scaturigini della tradizione dialettale locale con Enrico Canevari e, ancor prima, con Cesare Pinzi, autore quest'ultimo del sonetto recuperato e dato alle stampe da Antonio Quattranni che ha ispirato l'intitolazione del premio stesso. |