Davide Ghaleb Editore

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COLORE E SIMBOLI
Angelo Russo

Introduzione

Stiamo vivendo un momento storico particolare dove, per effetto della pandemia, ci siamo trovati a sperimentare, tra l’altro, anche la frustrazione del distanziamento sociale.

Chi si dedica a qualsiasi forma di arte, che sia visiva, musicale, poetica, letteraria o altro, ha comunque avuto l’opportunità di “viaggiare” attraverso la fantasia oltre le proprie mura domestiche e, anzi, cogliere momenti di solitudine come opportunità per visitare propri spazi interiori, gli spazi dell’anima che, nel mio caso, si trasformano in simboli, colori, storie, alchimie, disegni e colori fissati su tela.
Considero l’opera d’arte come una modalità di comunicazione. Una tecnica che permette all’artista di elaborare dei messaggi non verbali sul proprio modo di percepire la propria interiorità.
Questa mostra nasce con l’intento di comunicare un messaggio positivo: la vita va avanti nonostante tutto. Nel corso della storia troppe volte l’essere umano ha sperimentato disagi, catastrofi, significativi mutamenti dell’habitat o pandemie, riuscendo sempre ad uscirne e facendone, pur nella tragicità degli eventi, tesoro.
Non è un caso che nella mostra ci sia più di una tela con l’immagine della farfalla, simbolo per antonomasia di trasformazione e rinascita essendo un animale che senza condizionamenti esterni passa dalla condizione di bruco a larva per diventare bellezza e leggerezza che libra nell’aria, nei prati, tra i fiori.
Altra simbologia a me cara, rappresentata su alcune tele, è la ricerca dell’unificazione degli opposti, di junghiana memoria: maschere mirate a rappresentare due aspetti della personalità - “l’ombra” l’aspetto buio e inconscio che l’ego cosciente non identifica in sé stesso e “la persona” intesa come parte cosciente – oppure l’angelo buono e l’altro cattivo, il moderno e l’antico, l’accostamento dei colori forti e spesso contrastanti alla ricerca di difficili, ma per questo più affascinanti, soluzioni armoniche.
Ho voluto dedicare un quadro a Frida Kahlo e Diego Rivera. La letteratura ci rimanda che: quando si sposarono pare che la famiglia di lei così disse: il matrimonio di un elefante con una farfalla. Alludevano al peso, certo, ma non solo… anche qui due opposti che si incontrano e nonostante innumerevoli difficoltà riescono ad integrarsi. Lui il pittore del regime, muralista messicano famoso per la tematica politica e sociale delle sue opere. Lei giovane talentuosa pittrice di belle speranze e ferita nel corpo. Si sposarono, divorziarono e si risposarono. Quella farfalla “spezzata” nelle membra ma così integra e forte nella mente è annoverata tra le rappresentanti più apprezzate della pittura del ’900.
In questa mostra non posso esimermi da fare un richiamo, con l’immagine di quella che resterà per sempre tra le mie opere più significative. L’ideazione della Macchina di Santa Rosa Sinfonia d’Archi 1991-1997. La Macchina è una costruzione alta 28 metri, dal peso di 50 quintali, illuminata in modo suggestivo e portata a spalla, lungo le vie e piazze cittadine, in un percorso di poco più di un chilometro da oltre 100 facchini detti anche Cavalieri di Santa Rosa, la sera del 3 Settembre di ogni anno. È dedicata alla Santa Patrona della città. Il concorso per la nuova ideazione e costruzione viene bandito dall’Amministrazione Comunale di Viterbo ogni 5 anni. Il grande evento rientra nella Rete delle grandi macchine portate a spalla italiane e dal 2013 è inserito nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell’UNESCO.

Indice

INTRODUZIONE, Angelo Russo
PRESENTAZIONE, Andrea Alessi
PRESENTAZIONE, Sabrina Mechella
sono versi scritti, Lorena Paris
BIOGRAFIA
VITERBO SOTTERRANEA

COLORE E SIMBOLI