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1918-1940
LA STORIA NON GUARDA GLI UOMINI
di Domenico Carella (a cura di Riccardo Carella)

Prefazione
La storia vissuta con gli occhi di un uomo qualunque

Venni al mondo nel novembre del 1906. Nacqui a Palermo. Quando sbarcai dal ventre di mia madre, se fossi stato in grado di esprimere un giudizio sul mio primo impatto con la realtà, questo sarebbe stato certamente positivo.
La “cicogna” mi aveva deposto, tutt’intero e sano, in un ambiente cosiddetto “bene”.
Mio padre e mia madre appartenevano a quel ceto sociale che allora, più che oggi, veniva classificato con rispetto “buona borghesia”.
Pertanto, per caso o per grazia divina, il mio cominciamento fu soddisfacente. Vi è chi nasce bene e chi nasce male. La condizione umana è diseguale. Così è per destino o per natura. Ognuno è costretto a prendere quello che trova, il suo meglio e il suo peggio. Da quel meglio e da quel peggio, inizia il suo cammino.
La mia storia non è la storia. La storia di un uomo è la sua stessa vita. Se si racconta, si frantuma e si disperde. Ognuno di noi è tutto nella sua esistenza che accumula in sé e non fuori di sé secondi, minuti, giorni, anni. La morte discioglie senza lasciare traccia. L’esistente scompare non essendo.
La storia, quella che si racconta nei libri o quella che la tradizione tramanda, non riguarda la vita dell’uomo singolo. Chi la racconta la desume dai fatti, dagli oggetti e dai documenti che gliene danno testimonianza. Lo storico “ricostruisce” [in maniera soggettiva]. Egli, infatti, ripresenta gli avvenimenti che gli interessano, li ambienta, li interpreta a suo modo, li sistema per farne racconto in una struttura logica sua particolare che finalizza o strumentalizza secondo gli ideali e le finalità che intende perseguire.
Di tutto questo insieme è fatta la storia.
L’uomo singolo, che è stato in mezzo a questi fatti, che vi è esistito dentro, non vi si riconosce. La realtà esistenziale non coincide con quella ricostruita dalla logica, dai sentimenti, dai ricordi influenzati dalle ideologie: è una realtà tutta nostra che, quando ci appare, ci rende autentici, soli, esistenti.