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CORAZÓN ANDINO
di Enrico Campofreda

Introduzione

Cierre de emergencia definiscono in Perù, e nell’America latina spagnola, la chiusura per il distanziamento che la pandemia da Sars CoV2 ha imposto al mondo. Un isolamento che nella città di Lima sta durando da mesi poiché il rischio di contagio dovuto alla tipologia abitativa delle favelas del centro, alle radicatissime abitudini popolari d’incontrarsi per bere, consumare pasti collettivi all’aperto, far musica, danzare crea un’incontenibile e difficilmente controllabile situazione di promiscuità. Governo e autorità sanitarie, le stesse forze dell’ordine faticano nel far rispettare il distanziamento e le norme di prevenzione della salute pubblica anche perché, come tanti angoli del pianeta, certe condizioni d’indigenza non consentono di applicare le misure necessarie alla più elementare profilassi. E un pezzo di Lima è fatto di strati sociali poveri che vivono ammassati in casupole e baracche. La restante popolazione, benestante e del ceto medio, ha potuto praticare il distanziamento, infliggendosi il necessario autoisolamento personale o familiare. Fra costoro Nino Rocco, con accanto l’amata consorte Sofia, accuditi anche da figli e nipoti, si trovano in una situazione tutto sommato privilegiata. Eppure, specie Nino, ricorderà la primavera ed estate “Venti-venti”. E spera di non dover completare l’anno con una modalità costrittiva che, se non può definirsi prigionìa, almeno clausura sì. A lui, laico convinto, il saio starebbe strettissimo… E se dovesse vestire panni monacali, sarebbe tutt’al più un frate cercatore, di quelli sempre in movimento, amante degli spazi e della natura. Abituato sin da piccino a una vita all’aria aperta, come quella descritta in queste pagine. Così Nino il giocoso ammaliatore di ragazze, poi intrepido cacciatore di mestieri in due continenti e pescatore meditabondo in faccia al Grande Oceano s’è improvvisamente ritrovato chiuso in casa, che sarà pure dolce, ma alla lunga gli provoca una gran sofferenza del fisico e dello spirito. È in questo contesto che si sviluppa il percorso dei ricordi, già vissuti nella propria interiorità, e rivelati con colloqui a distanza con l’autore del testo. Grazie alla tecnologia delle messaggerie che accorciano le distanze del globo fra terre, mari e cieli dove soggiornano cavi e satelliti. Eccoli: due uomini, ciascuno stretto nel proprio spazio abitativo e reclusivo - durante il cosiddetto lockdown che ha uniformato le vite di qualche miliardo di persone - soggetti, seppur non di tutti. Insomma due soggetti distanti quasi undicimila chilometri, con sette fusi orario di differenza, che a un’ora prestabilita in un giorno prescelto della settimana, si parlavano. L’uomo dei due continenti narrava il suo passato, l’altro ascoltava e prendeva appunti. Talvolta interrompeva il caleidoscopio della memoria e domandava. Si sono incontrati telematicamente per settimane, lenendo parzialmente e reciprocamente l’effetto alienante dell’isolamento. Scorrevano momenti passionali, divertenti, dolorosi, gioiosi. Intensissimi come l’esistenza di chi la vita non la misura col bilancino, ma vi s’immerge appieno, pur con tutte le precauzioni che aggirano l’avventatezza. L’assicuratore Nino - il tecnico che doveva vigilare e garantire le altrui vite a cinquemila metri d’altitudine, fra imprevisti e incontri imbarazzanti con la guerriglia in lotta col proprio governo - ha sempre anteposto la ragione all’imprudenza. Ma quando occorreva ha affrontato il rischio. Non s’è fatto bloccare dall’ignoto, né intimorire da incognite e apparati. Curioso, ha saputo gustare della vita le novità, adattarsi a luoghi, tempi, costumi flettendosi come un giunco senza spezzarsi, nei momenti migliori e nelle difficoltà. È stato aiutato dalla Buonasorte, che ha saputo corteggiare come le fanciulle incontrate sulle sue strade, è riconoscente a Lei e a tutti coloro che l’hanno aiutato e stimato. Il suo essere uomo del Novecento sempre proiettato verso il futuro, gli ha reso possibile, chiuso nella sua “prigione dorata” di Miraflores mentre la pandemia devastava le contrade peruviane, alleviare certe giornate con ricordi semplici e meravigliosi. In queste pagine li trasmette non solo a chi gli è caro, ma a tutti i viaggiatori dai molteplici interessi. Li trasmette a quelli come lui. Imprevedibili, imprendibili, felicemente abbracciati a una vita vera. (ecam)