Riavvolgerei il nastro provando a riascoltare e recuperare tutti i dialoghi interrotti per superficialità, paura, distanza, tempo e immaturità con le persone che ho incontrato, abbracciato, baciato e allontanato.
Riavvolgerei il nastro per ringraziare le persone con cui ho giocato, ballato, bevuto, fumato, pianto, riso; per salutare i pompieri di Roma nord, i bigliettai degli autobus, le colleghe di mia madre, i figli di Francesco il portiere, i pescatori in riva al mare, i capocantiere misericordiosi; per riabbracciare le persone care che non ci sono più.
Riavvolgerei il nastro scartando le scorciatoie del quieto vivere, cucendo nuove magie, stupori e inaspettate comunioni, con il filo delle passioni. |