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VEJANO 5-8 GIUGNO 1944
Le narrazioni italiane e tedesche tra storia e memoria
Rolf Seubert (a cura di Nicoletta Recchia)


Introduzione
Nicoletta Recchia

Ho conosciuto il professore Rolf Seubert nell’autunno del 2016, quando, insieme alla figlia Rebekka, venne a Vejano per conoscere i luoghi descritti dallo scrittore Alfred Andersch nel libro Die Kirschen der Freibeit, pubblicato in lingua tedesca nel 1952 e tradotto in italiano col titolo Le ciliege della libertà (Mondadori, Milano 1958); un libro autobiografico nel quale l’autore narrava la sua diserzione di soldato tedesco nei giorni tra il 5 e l’8 giugno 1944, avvenuta nella campagna vejanese. Rolf Seubert (professore Senior di Scienze dell’Educazione presso l’Università di Siegen) intendeva raccogliere la documentazione necessaria a redigere una sua ricerca storica sull’autore. Aveva già pubblicato insieme ai suoi colleghi Jörg Döring e Felix Römer, un libro dal titolo Alfred Andersch Desertiert (Verbrecher Verlag, Berlin 2015).
Durante il nostro incontro regalai al professore una copia della pubblicazione della mia ricerca storica intorno alla vicenda del bombardamento dal titolo Vejano 5 giugno 1944 (Booklab, Roma 2016), inoltre gli riferii con dovizia di particolari quanto avvenuto in paese tra il 5 e l’8 giugno. Dal pesante bombardamento alleato del 5 giugno, alla fuga rocambolesca della popolazione nella campagna circostante, dalla drammatica uccisione di due abitanti per mano tedesca e di tre per mano partigiana, entrambe avvenute il 7 giugno, alla liberazione del giorno successivo con l’ingresso in paese degli americani. Giorni densi di avvenimenti. Di Vejano sapeva ciò che Andersch aveva scritto nel suo libro, in quelle pagine ripercorreva le circostanze che lo portarono a maturare il proposito di disertare. Raccontava il suo passaggio nelle vie del borgo deserto, tra case misere e silenziose. Scriveva: «Nel crepuscolo Vejano appare completamente deserta. Da nessun camino sopra i tetti di scandole grige usciva il fumo. Notai che alcune case erano colpite dalle bombe. Infine mi feci coraggio ed entrai fra le case».
In seguito a quell’incontro, io e il professore rimanemmo in contatto via e-mail. Tramite una di esse, mi comunicò che progettava di scrivere un saggio sull’attacco di Vejano. Mi scrisse anche che aveva bisogno di trovare notizie documentate sugli spostamenti delle truppe tedesche e americane nella zona, per capire le dinamiche degli avvenimenti. Così contattai il professore Raffaele Moncada, studioso di storia militare e autore di due accurate monografie dedicate al periodo dell’occupazione tedesca della provincia di Viterbo e alle operazioni militari in Alto Lazio e Toscana meridionale del giugno 1944 (Un lungo anno di guerra. Alto Lazio luglio 1943 – giugno1944, Edizioni Libreria Militare, Milano 2011; Ordine di Kesselring: «Arretrare combattendo». La battaglia d’inseguimento a nord di Roma. Giugno 1944, Mursia, Milano 2019). Con un giro di e-mail i due professori iniziarono a dialogare e il professore Moncada fu molto generoso mettendosi a disposizione. Si creò così una collaborazione intensa e stimolante, basata sul comune intendimento di seguire rigorosamente la metodologia storica al fine di rintracciare la verità dei fatti accaduti.
Questo breve saggio aggiunge un tassello al mosaico della storia di quel periodo di guerra, sia per quanto riguarda la vicenda della presunta diserzione di Alfred Andersch e sia per Vejano, dove zone d’ombra sono inevitabili nella memoria tramandata.