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IL TEMPO CHE MI E' STATO DATO
IL DIARIO STRAPPATO
Adriana Martino


Presentazione
Sabrina Alfonsi

Leggere Adriana mi ha emozionato.
Ho ritrovato tanta storia politica e familiare, i miei legami più forti, le amicizie che sono famiglia.
Nella vita di una persona che fa politica ci sono figure che rappresentano delle pietre miliari, delle madri politiche per la visione che trasmettono e per il percorso che indicano con la loro azione.
Adriana è stata una di loro.
In Valentina, sua figlia, ho trovato una sorella e in Adriana una seconda madre, anche politica, lei che insieme a Beppe Bifarini ha sostenuto per prima il mio impegno nella sezione Ripa Grande e che mi ha accompagnato e tenuta per mano dall’inizio del mio percorso di vita nelle istituzioni. Leggere nelle pagine del libro dell’ispirazione “di coinvolgere una ragazza bionda che gestiva un negozio di bric à brac di antiquariato” mi ha riportato indietro nel tempo e alle emozioni di quel periodo, denso di impegno, battaglie e fervente dialogo, nella nostra piccola ma immensa sezione di Ripa Grande.
Questo diario racconta molto di lei, dall’adolescenza al successo come cantante lirica all’impegno nel Partito Comunista, fino ai giorni nostri.
Mi ha commosso conoscere attraverso le pagine del suo diario una Adriana adolescente, il suo amore per la musica e per il suo pianoforte, chiuso a chiave dal padre nel tentativo di tenerla lontana dal percorso musicale.
Un diario appassionato che ripercorre la storia e la costruzione della Repubblica italiana intessendola di una quotidianità profondamente normale, quella di una ragazza quindicenne che si trova davanti alle prime scelte fondamentali della propria vita, tra tutte, essere se stessa e dedicarsi alla propria vocazione, la musica e il teatro.
Questo libro denso di momenti e ricordi racconta un pezzo di storia dell’Italia che ha plasmato la nostra visione democratica. L’Italia della Resistenza, dei partigiani, il dopoguerra e il boom economico; racconta l’impegno politico e culturale di una generazione di donne e uomini che hanno fatto l’Italia democratica.
Racconta del suo amore con Benedetto Ghiglia, per me un grande maestro in tutti i sensi, e della militanza nelle sezioni a Milano, delle feste dell’Unità, degli spettacoli in giro per l’Europa portando avanti il kabarett letterario e musicale.
Una storia di emancipazione, da una città all’altra, dal Friuli al Veneto, a Napoli, a Milano, a Roma.
Ho ritrovato in queste pagine il sapore dei pranzi a Vetralla, nella casa di campagna, dove il piacere di stare insieme in compagnia si intesse ancora oggi con la passione politica che ci ha sempre contraddistinto e legato.
Bello leggerla, un onore poter scrivere questo contribuito per Adriana.