Oriolo Romano è situato in Tuscia, costruito in zona collinare a 410 s. l. m. sulle propaggini dei Monti Sabatini, lungo l’antica via Clodia. La zona è caratterizzata, per la presenza di un microclima, da boschi con castagni e faggi cresciuti a bassa quota, che, testimoni residui della Selva Cimina, circondano l’abitato. Poco distanti sono i laghi di Bracciano e di Vico; il paese, facilmente raggiungibile da Roma e da Viterbo, conserva nelle sorgenti presso la mola l’eco della attivitá vulcanica.
Lo sviluppo di Oriolo rientró nella crescita economica e demografica che interessò il viterbese a partire dal 1540, quando molti feudatari scelsero questo territorio per edificare le proprie residenze estive: Caprarola (1559-63 Palazzo Farnese), Bagnaia (Villa Lante 1566-88), sono altri esempi.
Il termine Orioli si trova documentato per la prima volta in un atto stipulato a Bracciano il 10 gennaio del 1234, dove nel dichiarare i confini per la spartizione di terreni, si cita il fossatum Orioli.
Questa guida non è la prima per Oriolo e come le precedenti è un invito ad avvicinarsi a questo paese, che si distingue da molti centri della Tuscia perchè costruito ex novo, secondo un progetto che seguiva ideali e concetti precisi e mantiene nei secoli l’originario disegno, nonostante la crescita demografica e l’espansione edilizia.
La guida vuole essere un racconto erudito che accompagna il visitatore; non vi è alcun tentativo di dare una completa elencazione di luoghi, informazioni, e nozioni, ma la certezza di condurre verso i luoghi peculiari di questa città felice, dove anche lo stemma ha radici profonde e riflette scelte precise.
All’interno il visitatore trova tranquilli percorsi nel verde, che si sviluppano dentro e fuori l’abitato, ma anche escursioni piú impegnative e itinerari dove i fili conduttori sono archeologia, architettura, arte, e storia; approfondimenti tematici completano e diversificano i tracciati, questi hanno la possibilità di essere effettuati a piedi o in biciletta o a cavallo, abbandonando l’auto. Alcuni itinerari esulano dall’ordinario, indirizzano il turista a divenire osservatore e lettore di visuali non manifeste e ancora scopritore e testimone di cose che stanno scomparendo.
La scelta di un itinerario, la stagione in cui si percorre conducono ad un livello di conoscenza diverso in ambito culturale, sensoriale ed emotivo, la presunzione é quella di far camminare con il cuore oltre che con le gambe: nella Villa dove sono tanti alberi da abbracciare e prati su cui riposare, tra i vicoli e le fontane che raccontano la storia, all’ombra delle Olmate e delle salite per la faggeta, oppure al suono della cascata della Mola.
Passeggiando per le vie principali di Oriolo è facile vedere nei monumenti più importanti due particolari stemmi, uno con il pellicano e un altro con le stelle. Sono gli stemmi delle famiglie Santa Croce e Altieri proprietarie, nel corso dei secoli, del feudo di Viano, Ischia e Rota.
Campeggia in copertina lo stemma con il Pellicano, donato da Giorgio Santacroce, come arma ed emblema per il grazioso borgo di Oriolo da lui fondato.