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LA COMUNE DI PARIGI
In dodici conversazioni radiofoniche e sei appendici
Umberto Calamita


Introduzione
Umberto Calamita
Noi vogliamo non soltanto un Consiglio municipale eletto,

ma libertà municipali serie, la soppressione della Prefettura di polizia,
il diritto per la Guardia nazionale di nominare i propri capi e di riorganizzarsi;
la proclamazione della Repubblica come Governo legale,
il condono puro e semplice dei fitti arretrati, una legge equa sulle scadenze,
il territorio parigino vietato all’esercito
(Eugène Varlin, 19 marzo 1871)

Citare fin dall’introduzione Eugène Varlin può sembrare una cosa giusta, tenendo conto dell’emozione per il secolo e mezzo passato dall’esperienza della Comune di Parigi e dell’apporto fondamentale recato ad essa da questo grande internazionalista. Ma richiamarsi ad un uomo centrale nella genesi e nel breve divenire dei giorni della Comune può apparire anche in contraddizione proprio con quanto egli stesso ha cercato di esprimere nel suo purtroppo rapido passaggio sulla terra di Francia.
Si esprimeva infatti così, Varlin, quando scriveva sul giornale La Marseillaise, l’11 marzo 1870: “Una delle più grandi difficoltà che incontrano i fondatori delle società operaie di ogni genere tentate da qualche anno a questa parte è lo spirito d’invidualismo, sviluppato eccessivamente nella maggioranza degli uomini, e persino in coloro che comprendono che soltanto per via dell’associazione i lavoratori possano migliorare le condizioni della loro esistenza e sperare nella loro liberazione...”. La sua breve vita è proprio segnata da uno slancio lucido, continuo, verso il lavoro collettivo, unica strada possibile per l’emancipazione della classe dei produttori.
Ed è probabilmente imputabile a questa sua lucidità nell’esprimere pubblicamente un’adesione totale alla lotta di classe la ragione per cui, a soli 32 anni, verrà aggredito e trucidato dalla bestialità dei militari versagliesi, domenica 28 maggio 1871, ultimo giorno della “Settimana di sangue”. Due giorni dopo, un Karl Marx particolarmente commosso dalle notizie sulla fine della Comune e rattristato per la morte di molti amici e compagni internazionalisti, legge davanti al Consiglio generale dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, a Londra, il suo testo La guerre civile en France, prima riflessione sugli accadimenti della Comune parigina.
Da allora, innumerevoli sono stati i documenti, le valutazioni politiche, le considerazioni storiche sulla Guerra civile del 1871, ad attestare la continuità di un interesse mai scemato. Per ricordare gli oltre settanta giorni di “assalto al cielo di Parigi” da parte del suo proletariato, tra marzo e maggio 2021 sono state tenute dodici conversazioni di circa mezz’ora l’una presso due stazioni radiofoniche romane che trasmettono in FM. I testi, tratti da documenti e libri vari, ma anche inediti, sono stati letti e qui trascritti, corredati da ulteriori materiali sotto forma di sei appendici.