LO SPIGOLO: UNA DERIVA SITUAZIONISTA
Guido Landucci
Sono le quattro di mattina quando la voce chiara, terrificante e potentissima del muezzin entra nella mia stanza invitando alla prima preghiera, direttamente nel mio orecchio destro. Con gli occhi sbarrati, rigido e dritto come una trave realizzo che: “dove sono, ieri non ero qui, non ho assolutamente idea di dove sono, questa lingua non è la mia, sono uno straniero in terra aliena. Oggi cosa mi aspetta?”
Era l’alba di un giorno di metà dicembre del 1979.
Non lo so, anche cercando fra i frammenti di memoria singola e condivisa recuperati in modalità analogica ed elettronica, Quando e Come Inizia.
Nella Poca memoria ci sono grosse falle, nel Cuore è Tutto Chiaro.
Il Nome de Lo Spigolo: frammenti di spurie tradizioni orali lo riportano all’origine come derivato da Der Spiegel, per assonanza e non certo per significato. Eppure, un ricordo dai contorni molto, ma molto sfumati, dei volti e del momento, mi riporta a quando potevamo rientrare al Liceo nel pomeriggio perché l’Autorità Scolastica aveva approvato come “Culturali” le nostre proposte dei Gruppi di Studio. Ne avevamo aperti più d’uno. Quasi sempre deserti, frequentati da pochi individui, stranamente assortiti.
Un pomeriggio, presenti sempre gli stessi, pochi, ma gagliardi e tosti, si discuteva di Cosa, Perché, Come, ed uno di noi fu sorpreso con lo sguardo fisso ed assente. Aveva Interiorizzato.
Alla domanda: “ma che stai a guardà?” la risposta fu “lo Spigolo del banco”.
Ne seguì: presa perculo, accesissima discussione, analisi, focalizzazione e decisione.
LO SPIGOLO! Era nato ed aveva girato l’Angolo.
Ci saremmo messi di Punta. Scomodi a Tutti. Ma proprio a tutti, TUTTI.
Più tardi sarebbe arrivata anche la Variante Spagnola: El Angulo.
La Città era in fermento.
Tanti, tanti Giovani lavoravano apparentemente isolati, eppure determinati e concentrati sulla Necessità di Esprimersi in tante forme, tutte quelle possibili allora. Scrittura, Teatro, Fotografia, Musica.
Ogni Scuola era un’entità separata dalle altre. Ci si mischiava molto poco, ci si frequentava solo fra “simili”.
Le Scuole di Grado Superiore erano presidiate politicamente da gruppi di studenti, emanazioni della triade maggioritaria dell’epoca: Sinistra, Centro e Destra rigorosamente distinti e organizzati, Ognuno con i propri spazi, visibilità e strumenti di propaganda nei momenti istituzionalmente deputati: assemblee d’istituto, manifesti, giornalini o ciclinprop estemporanei secondo la disponibilità.
Non ci riconoscevamo nell’Omologato, non Ci conoscevamo, dentro e fuori di Noi stessi.
Non volevamo Questo o Quello. LA NOSTRA URGENZA era ALTRA.
La Televisione diventava a colori e finiva Carosello.
Nascevano le Radio Libere e ci formavamo musicalmente con Radio A.Elle.
Avevamo: Idee, Parole, Carta, Penna, Chitarre e Ciclostile.
... Ci siamo Riconosciuti in un Gruppo.
Assortito a dir poco, individualità precise e definite dagli Alias che apparivano sul giornale ciclostilato il sabato pomeriggio e distribuito il lunedì mattina. Nomi assurdi nati dall’estemporaneità dello stare assieme in una psicogeografia della Città che ridefinivamo nel passaggio da Piazza delle Erbe a Piazza del Duomo, fino Prato Giardino per suonare e cantare.
Non c’erano gerarchia né ruoli. Ognuno era importante, unico. Insostituibile. Anche solo per il Suo Esserci.
Eravamo in una bolla temporale privilegiata in cui avevamo Tutti Tanti Impegni e Poche Responsabilità.
E così ci “prendiamo” gli Spazi, scriviamo la bozza di un numero del Giornale a Piazza San Pellegrino, con un colpo di mano la Presidenza dell’Assemblea del Liceo Scientifico diventa Nostra, si stringono contatti ed amicizie con il Classico, il Geometri, il Ragioneria. Recuperiamo il “Biennio” esiliato all’ITIS da dove arrivano nuove voci.
Pochi punti fermi di Azione Concreta, sempre quelli, con una ripetizione quasi ossessiva lanciati da quei ciclostilati in cui si sperimentava anche una grafica diversa. Tratto amanuense che non ammetteva errori, ma che spesso diventava cifra della “leggerezza”. Jimmy Lo Porco 5, corrispondente da Londra per Lo Spigolo, nacque da questo: un errore di battitura sulla matrice. Si scriveva di tutto e su tutto, onestamente e con serietà.
Ma sono anche confronti duri e serrati con i puri e duri della sinistra istituzionalizzata. Non ci possono vedere, soprattutto “scritti”. Della destra non rimane ricordo, solo un Maggiolone grigio con le “trombe” sul tettuccio.
La cifra del cazzeggio ci contraddistingue, certo, lazzi e frizzi, estemporaneità, salacità, sberleffi, satira e ironia: ma con fondatezza e critica. Imperdonabile. Fra di noi qualcuno ci dylania i coglioni, e qualcun’altro si definisce ideologicamente “socialista ingenuo”, solo molto più tardi ho scoperto che dichiararsi anarchico cristiano non è contradditorio. Sperimentiamo, mischiamo le carte, marchiamo il Territorio... e stare assieme è Fondamentale. Frequentiamo Biblioteche e Librerie, negozi di Dischi e Strumenti Musicali come alla ricerca forsennata di una definizione di noi stessi, definizione temporanea e fugace perché ogni volta si è già altrove verso un altro punto della Mappa. Aumentano le collaborazioni fra le Scuole, ci scambiano esperienze. Lo Spigolo diventa Trasversale.
Spigolini ci chiamano, e non sappiamo bene cosa rispondere a chi ci apostrofa così quando ci presentiamo ai cancelli delle Scuole con il Giornale. Le etichette ci rendono allergici, meglio un sorriso.
I Laboratori Teatrali del Teatro di Roma, organizzati dall’Amministrazione Provinciale, accrescono Conoscenze con un lungo e impegnativo addestramento; le Giornate dello Studente del Liceo Classico al Teatro Unione permettono la condivisione della creatività con una semplicità commovente e le Amicizie si allargano e si stringono sempre più. Gli animaluomini realizzano uno spettacolo fantastico. Pera, del Classico, gira un corto bergmaniano criptico della durata di sette minuti (7’) con il contributo di maestranze che manco Fellini. Quasi improvvisamente l’idea romantica del Caffè Letterario si concretizza: l’Osteria Fanelli a San Pellegrino!
Vabbè, ma le Nostre piccole piccole cose scritte, senza nessuna pretesa, possono diventare un libro grazie al mecenatismo di Presti & Ortu. Acetati scritti a mano con la Rapidograph.
Il muezzin non fa più paura, l’invito alle cinque preghiere del giorno ormai risuona familiare come le campane delle chiese.
Tengo da conto le copie de Lo Spigolo e le copie di Lì & Là che non ho visto stampare ma che mi sono arrivate assieme alle lettere degli amici. Mi dicono che il Preside, dopo l’Esame di Maturità, si aggira ancora nell’Istituto dichiarando: “tanto lo so chi sono Oppio e Omero, lo so, lo so...!”
2021 Reloaded.
La cartella con le copie de Lo Spigolo ha rivisto la luce per un guizzo fortuito, inaspettato e gioioso e poi... si sono aggiunti ritrovamenti e contributi inaspettati a completare quello che mancava. Pian piano sono riaffiorati ricordi e dettagli, le immagini sono tornate a fuoco, le voci hanno ripreso forza e i Volti si sono riconosciuti. Ci siamo incontrati di nuovo, come fosse appena ieri, per aggiungere tessere ad un’esperienza che continua ad essere collettiva, ancora una volta condivisa nello spirito... o meglio nello Spigolo...
Grazie per averla vissuta assieme e grazie per non averla dimenticata.
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