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«LA SEPOLTURA DI CRISTO» DI PARIS NOGARI
Il restauro e i ritorno nella chiesa di San Gamiano a Gallese
Luisa Caporossi (a cura di)


Presentazione
L’opera restaurata e il suo ritorno nel luogo d’origine
Luigi Pasqualetti, Presidente della Fondazione Carivit

Sono trascorsi circa tre anni da quando la Fondazione Carivit, nel 2021, è venuta conoscenza della sorte della tela di Paris Nogari “La sepoltura di Cristo” del 1579.
La tela, unica opera certa del pittore romano, originariamente collocata nel cinquecentesco altare maggiore della basilica di San Famiano (fino al 1941), fu recuperata anni fa e protetta dal compianto Don Remo, parroco di Gallese, che la scoprì nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Gallese, all’interno di un armadio, avvolta su sé stessa, e, successivamente, posizionata a terra nella grande navata della concattedrale di Santa Maria Assunta a Gallese in attesa di restauro.
La raffigurata deposizione di Gesù Cristo, narrata con dietro lo sfondo di una collina tufacea (“in alto a sinistra il pittore romano Paris Nogari aveva raffigurato la cittadina di Gallese su uno sperone tufaceo e in basso, riprodotta con una certa precisione, proprio la chiesa di San Famiano con l’abside e la quarta navata laterale aggiunta al complesso all’inizio del XVI secolo”, L. Caporossi), sembra invocare il paese di Gallese quale testimone del grande dolore rappresentato e sussurrare, contemporaneamente, la vicina resurrezione.
Con questa immagine/contesto la Fondazione Carivit ha colto l’invito a recuperare un’opera e la memoria di un paese poiché “il restauro è il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro” (C. Brandi).
Siamo consapevoli che un’opera d’arte non può essere dimenticata, né può essere trascurata ogni traccia del suo passaggio nel tempo e nel luogo di nascita e non può essere spezzato il legame inseparabile tra l’opera e la sua collocazione originaria. Creazione e vita dell’opera vanno recuperati e trasmessi al futuro.
La sensibilità, la tutela e la conservazione di un’opera d’arte, principi fondamentali della mission della Fondazione Carivit, sono i valori che quotidianamente ci guidano per trasmettere, alle future generazioni e a noi, la nostra storia e le Soprintendenze ci aiutano a poter riconoscere e sostenere quei beni che ci appartengono e che hanno incontrato la fragilità a causa del tempo che passa o dell’essere umano.
Un ringraziamento dovuto alla dottoressa Luisa Caporossi, Funzionario Storico dell’arte Responsabile Area Funzionale storico artistica - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, per avere a cuore ogni manifestazione della creatività umana per averci magistralmente condotto con la sua professionalità alla conoscenza di parte del nostro immenso patrimonio storico locale.