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LA STORIA DELL'ILLUMINAZIONE ELETTRICA DI RONCIGLIONE
La Concessione della Centrale dell'Infernaccio dal 14 novembre 1984 al 14 novembre 1924

Alberto Saìu


Presentazione
Alessandra Ortenzi


Quando Alberto Saìu mi ha chiesto di redigere una piccola prefazione alla “Storia dell’illuminazione elettrica di Ronciglione”, ho avvertito immediatamente un senso di inadeguatezza per non essere certamente all’altezza di studi archivistici e storici.
Con molto garbo l’Autore mi ha sollecitata per essere, questo testo, ricchissimo di elementi legati al diritto.
Ho accettato, mossa da curiosità, pur avendo chiarito di non essere certo una voce autorevole neppure nel campo giuridico sotto il profilo accademico.
Ringrazio Alberto, innanzitutto per il grande onore di essere parte del Suo libro, ma soprattutto, per avermi regalato una serie di incredibili emozioni.
Si legge tutto d’un fiato questo libro, poiché, pur dando ai lettori tutte le informazioni di una storia accuratamente recuperata e preservata, l’impressione è quella di assaporare un giallo.
Si legge con quella sensazione di voler arrivare alla fine per capire come andrà a finire.
Pregevole e gustoso, quindi, lo stile, con il quale Alberto Saìu ha riportato una storia di oltre cento anni fa ad essere viva, coinvolgente, straordinariamente intrigante.
Le riflessioni suscitate dalla lettura sono di doppia natura. Amministrativa e giuridica.
Dal primo punto di vista, è sorprendente come oltre cento anni fa l’azione politico amministrativa si muovesse sulle gambe di “semplici” lettere, con le quali, tuttavia si determinava l’attività politico amministrativa con una velocità sorprendente, da fare invidia ai nostri giorni.
La scaltrezza nella ricerca di soluzioni ai problemi legali, la determinazione per raggiungere i risultati sperati, hanno ancora tanto da insegnare alle nostre generazioni.
Tanti i nomi di concittadini che non dimenticherò e che ho scoperto aver letteralmente portato “la luce” a Ronciglione con caparbietà, lungimiranza e forza di volontà.
Così come rimarranno indelebili mirabolanti idee, supportate da validi studi scientifici dell’epoca, come quella di realizzare un traforo sotto il monte Fogliano.
Ecco, era un’epoca in cui la tecnologia faceva pensare all’impossibile e che ha spinto gli amministratori di Ronciglione ad accarezzare un sogno, quello dell’illuminazione elettrica.
Un libro dal sapore di giallo, dicevo. Sin dall’inizio, infatti c’è un colpevole, ed in fondo tutti i protagonisti di questa storia lo sanno, ma pur di andare avanti, lo ignorano, anzi, lo aggirano cercando di utilizzarlo ognuno per i propri interessi.
C’è un problema, la discontinuità dell’acqua per le centrali idroelettriche che debbono essere costruite.
Come si cercheranno le soluzioni a questo e ad altri problemi tecnici, è la trama di un racconto fantastico.
La seconda riflessione è prettamente giuridica.
La storia la viviamo per le parole dei protagonisti che si dipanano in lettere di compromesso contrattuale, ordinanze, atti di costituzioni di una, due, tre… società.
A differenza di quanto potrebbe avvenire oggi, un contratto datato 14 novembre 1994 sopravviverà a decine e decine di modifiche delle condizioni concordate attraverso scambi di missive (!), sopravviverà a cambi di soggetti e parti, con delle notifiche al soggetto “ceduto” impensabili oggi, tuttavia senz’altro più veloci ed efficaci.
Nel modificare quel contratto trentennale, senza predisporne di nuovi, si percepisce che l’interesse prevale sulla forma, l’istanza di soluzioni rapide e veloci viene così soddisfatta.
Troviamo termini come “condizione sospensiva”, che, poi, a ben vedere forse è risolutiva visti gli effetti, ma quel che contava era raggiungere l’obiettivo.
C’è il Conte enfiteuta che è convinto di poter affrancare il proprio diritto e divenire così il proprietario di un lago.
Ci sono procedure fallimentari che vengono aperte e chiuse con efficacia e velocità e pure senza sconti, visto che ai falliti tocca pure il processo penale.
Ci sono processi penali che si concludono con condanna ma con “pena assorbita” dall’amnistia, ma almeno con la soddisfazione della parte lesa che assicura uno schiaffone in aula all’imputato.
Gli istituti di diritto, i mezzi, sono così diversi da oggi, ma ciò che permane è l’importanza degli strumenti legali che pervadono la vita pubblica e privata.
Ci sono anche indagini nel testo, ed un giallo nel giallo. La morte sospetta del Sindaco. L’intervento delle forze dell’ordine, la riesumazione della salma, l’esame dei “visceri” da fare a Viterbo.
Ogni pagina potrebbe essere oggetto di un’approfondita analisi degli aspetti giuridici di diritto civile, penale e amministrativo, ma questo sì, che in questo contesto sarebbe noioso e privo di utilità.
Ciò che rimane è lo stupore, la simpatia per i personaggi che sembrano il frutto della fantasia di un abile romanziere, ed invece sono i nostri padri, i nostri nonni. Siamo noi.