LA NOTIZIA
Tutto il potere immaginario che contengono i libri puo essere declinato in varie maniere a seconda della sensibilità dell’autore.
Degustare un libro si può?
Come nelle degustazioni classiche olfatto, gusto, udito, vista e tatto sono tutti coinvolti nella sintesi della lettura.
Il timbro del libro, la sua natura speciale ci introduce ad un viaggio che si può scomporre di nuovo nelle sue componenti strutturali.
In ogni presentazione Gabriella Belisario visita un senso diverso .
Per quella di Vetralla sarà l’udito e la memoria musicale ad accompagnare la lettura di alcune pagine di Mimmy dei Brividi.
NOTA STAMPA
Gabriella Belisario
MIMMY DEI BRIVIDI
Fritto misto col morto
Davide Ghaleb editore
IL LIBRO
L’io narrante, Gabriella Belisario, è una donna che esce, malata, da un lungo e buio periodo.
La sorella e il fratello, figli e nipoti la soccorrono con imprevisto affetto.
Vuole ricambiare. Scopre che l’unica cosa rara e preziosa che possiede è la conoscenza del complesso groviglio emotivo della dinastia, il genoma psicoaffetivo delle famiglie d’origine.
Una psicogenealogia dunque, brodo di cultura di destini, insomma Family Constellation.
Il “La”, il colpo di bacchetta che ha dato inizio alla sinfonia, da vero direttore d’ orchestra, ha come protagonista una donna unica nel suo genere : Mimmy Barberini Baciucchi.
Una nonna, MIMMY, dai gusti noir, la cui specialità in cucina era il fritto misto all’italiana e che, quando lo metteva in scena, lo preparava con la stessa gestualità solenne di un maestro di musica.
Come psicorituale terapeutico Gabriella, l’autrice, torna neonata.
Un viaggio indietro nel tempo tentando di ridefinire il volto di questa nonna, che domina e decide della sorte della discendenza.
LA TRAMA
Mimmy che nasce alla fine dell’800, bella e algida figlia del Regio Capocancelliere del Tribunale di Roma, costi quel che costi ha un suo ideale di famiglia e di rispettabilità, ideale al quale sacrifica tutto, amore, marito figli, generi e nipoti. In gran segreto.
L’ATMOSFERA
E’ una Roma in grande trasformazione che fa da sfondo alla vicenda. Quartieri come Borgo e Prati, storie e fantasmi, Chiese dei miracoli e delitti,
osti e papi, scandali e processi celebri. E su tutto troneggiano le visite al Camposanto del Verano che l’implacabile nonnina viveva con partecipazione contemporanea.
SONG FOR MIMMY
Mimmy era una specie di radio, canterellava sempre non perchè fosse particolarmente allegra, anzi
sai il tipetto ma per piacere personale, tutto suo, certe volte partivano degli acuti che risuonavano in questi cortiloni
dei palazzi del quartiere Prati.
Ho citato nel libro le musiche più ricorrenti dove la sua voce modulata si esercitava in virtuosismi vari.
Sostanzialmente era, il suo canto, su 3 registri.
Il primo quello importante erano le romanze, il secondo le canzoni, quelle col significato di ballata, poi le canzonette, cosi le chiamava lei.
La persistenza nella memoria dei motivi musicali è scientificamente dimostrato che sia indipendente dal coordinamento dell’ippocampo per cui anche gli smemorati ricordano la musica se l’hanno praticata.
L’enorme significato dei suoni nell’evoluzione umana e il significato dominante della musica in tutte le culture fa pensare a qualche escamotage evolutivo dell’uomo.
Musica e memoria sono una forma di coesistenza colla tirannia del tempo, ne sfruttano la capacità “dinamica” di non essere mai esattamente uguale a sé stessa e lottano per non sprofondare nella sua corsa verso il nulla.
PLOT FILOGENETICO ANZI FILONTOGENTICO
Nulla di nostalgico.
Mimmy di brividi sarebbe un libro. Definizione parziale, coincidenza occasionale ed espressiva, in realtà è un atto della coscienza, l’inizio di una catarsi e un contenitore di emozioni.
I mezzi che mi trovavo a possedere nelle condizioni psicofisiche della primavera dell’anno scorso, non mi permettevano di più .
Sul tavolo ho steso un codice per figli, nipoti e amici, e i lettori che avevano voglia di ascoltare una storia strana in gran parte ancora segreta.
E l’urgenza di avere un tempo forse “finito” che mi dava l’energia necessaria per farlo assolutamente.
Ho messo per iscritto tutto quello che ricordavo di un passato “importante “ sfocato dal passaggio di 58 anni, nascosto dalla blindatura famigliare, depistato dalle coperture di clan che poteva sollevare antiche passioni e capirle.
Ecco il perché dei brividi.
I PROFUMI E IL GUSTO
Una partita complessa che ha l’aroma del punto di fumo dell’olio d’oliva, della carta paglia dove si sfarina il pangrattato rosè, il sapore croccante, friabile, asciutto, come sottofondo la melodia di un requiem, basta osservare come le mani terribili della nonna contattano le singole componenti del “misto” dalle padelle ai piatti di portata deponendole con una gestualità fatale, una ad una in tondo, come le ore di un orologio. O il profumo corposo del brodo che evapora umori carnei, o le bruciate sembianze della testina d’abbacchio.
IL MISTERO
Lampeggia nel corso del racconto, elusivo e nascosto eppure decifrabile, frammisto al quotidiano scorrere del tempo con i riti di consumo di una borghesia che si scopre fuori dall’incubo nazifacista ma non riesce, ancora, a sorriderne, tra colpe e virtù, e ombre del passato che ritornano.
Un itinerario nelle austere pieghe della rinuncia, dell’orgoglio,
del pregiudizio, del cinismo romano misto alla fierezza di un nuovo sentire al femminile..
IL LINGUAGGIO
Porta l’impronta degli anni 40/50 come un documento d’epoca.
La nonna segugio sa, “ a me non la si fa”, a ognuno il suo.
Pubblico e privato si intrecciano in parallelo mentre i segreti della famiglia, raccolti dal cuore indagatore della nonna, aumentano.