1932 Racconto Metricato - Antonello Ricci
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Sabato 26 settembre 2009, ore 18

Libreria dei Salici, Via Cairoli, 35 Viterbo


1932 Racconto Metricato

L'ultima fatica letteraria di Antonello Ricci pubblicata nella collana Istantanee da Davide Ghaleb Editore

Lettura performance di Antonello Ricci con:
Olindo Cicchetti, seconda voce
Alfonso Prota, disegni live e percussioni

Saranno inoltre in mostra le Illustrazioni di Lorenzo Ricci, figlio quindicenne di Antonello, realizzati appositamente per «1932».

Lorenzo Ricci nasce a Viterbo il 24/09/94. E' studente iscritto al secondo anno dell'Istituto d'arte "Midossi", sz. staccata di Vignanello. I suoi interessi sono il fumetto, l'illustrazione e la video-art.
Nel 2008-2009 frequenta il 1° corso sperimentale "Raccontare per immagini, cantastorie del terzo millennio" di Marcella Brancaforte a cura di Arci Solidarietà Viterbo. A Maggio 2009 partecipa alla mostra "Raccontare per immagini" nella Chiesa di Santa Croce a Tuscania.


Questa storia comincia con uno schiaffo. C’è una madre impietrita dallo strazio. Si chiama Gemma. Una contadina bella e orgogliosa, ma non sorride più. Dieci anni prima i fascisti le hanno ucciso il figlio Antonio. Lei dà lo schiaffo. La guancia rossa e le lacrime sono invece dell’altro figlio, il piccolo Valerio. Dieci anni. Dolce poeta di bambino, piccola lenza di proletario. Faceva a botte con un compagno, è rotolato in mezzo agli stivali di un regista. Quello l’ha tirato su,  l’ha guardato in faccia, l’ha fatto recitare. Una comparsata, niente più. Che film? Un film di fascisti. Non ti azzardare! Schiaffo. Quel regista è Blasetti, il film è Vecchia guardia.

1932 comincia là dove finiva Sottoassedio. Ma violenza politica ed epica collettiva per una volta restano sullo sfondo. In primo piano ecco invece storie private, emozioni, sentimenti. E una folla di altri personaggi. Edoardo, il fabbro-podista. Nonno Olindo, il cavallaro che canta da poeta. Valentinuccio il gobbo sempliciotto, fascista della prim'ora. Una ragazzina di nome Libertaria. Il popolo di cavatori e scalpellini. Le camicie nere.

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