La pièces su Giuditta Levato è scritta in vernacolo, nè avrebbe potuto essere diversamente, apparendo così inverosimile, trattandosi di una bracciante calabrese degli anni ’40.
Tuttavia tra le pieghe della lingua appare l’esilarante dialogo che veicola la verità della sua condizione subalterna verso il dramma.
Nel suo dialetto esprime infatti termini che sono impropri della lingua italiana, ma che fanno presagire la fermezza e denotano la fierezza e intelligenza di donna del suo tempo in contrasto con i paradigmi vigenti della condizione femminile.
Donna davvero, possiamo dire, lavoratrice ed eroina, madre e compagna, situazioni tutte che denotano la modernità del suo ruolo.
Marilena Merenna
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