Edoardo Ferruzzi, atleta viterbese autore di molti e importanti successi nel podismo nazionale degli anni Venti, è il protagonista del libro di Massimiliano Mascolo “Il campione antifascista”.
La pubblicazione fa riemergere da un oblio lungo quasi settant’anni la figura del primo sportivo viterbese in grado di affermarsi in ambito italiano, malgrado la sua carriera sia stata condizionata dall’ostracismo delle autorità fasciste, che lo bollarono come sovversivo e comunista.
I successi di Ferruzzi, colpito dalla tubercolosi e scomparso a poco più di ventotto anni, ebbero breve durata: non così la sua popolarità nella Viterbo sportiva che nell’immediato dopoguerra chiese senza esito che gli fosse intitolato lo stadio di via della Palazzina e gli dedicò anche una società sportiva.
Poi la polvere del tempo si è posata sul suo nome, e c’è voluta una lunga e complicata ricerca per ricostruirne in maniera fedele i successi sportivi e le sofferenze nella vita quotidiana sotto il regime.
In ottanta pagine corredate da molte fotografie d’epoca e inedite, l’autore ha ripercorso la carriera di Edoardo Ferruzzi dagli esordi nella Robur Viterbo al passaggio alla società romana del Trastevere, fino al sogno brevemente cullato di prendere parte all’Olimpiade del 1928. La parabola del Ferruzzi podista si incrocia spesso con i guai del Ferruzzi cittadino, preso di mira per le sue simpatie comuniste, segnalato alla polizia, sorvegliato e probabilmente anche boicottato nella sua rincorsa verso la gloria sportiva.